Salvezza come dono e come percorso_siate santi

8Osservate le mie leggi e mettetele in pratica. Io sono il Signore che vi vuole fare santi. (Levitico 20,8)

Il cammino che siamo invitati ad affrontare si chiama santificazione. Esso ha avuto inizio quando siamo stati salvati da Gesù, giustificati mediante la fede in Lui; prima di ciò non sapevamo nemmeno che esistesse questo percorso e, comunque, le nostre gambe non avrebbero retto.

Molti cristiani credono erroneamente che la loro vita sulla terra sia una breve parentesi il cui obiettivo è schivare il peccato con ogni sforzo, facendo riti e fioretti per guadagnare il paradiso. Ma questa non è la vera vita cristiana, è solo legalismo e falsa religione, perché insinua implicitamente il dubbio che il sacrificio di Cristo non sia sufficiente a meritarci la salvezza!

La verità è che non possiamo salvarci da soli. Ma dobbiamo renderci conto che la salvezza è sia un dono che un percorso: non si esaurisce in quel giorno benedetto del nostro incontro con Dio, ma si concretizza nella relazione stabile con Lui.

Prima di conoscere Gesù eravamo nel burrone del peccato e delle tenebre; non potevamo tirarci fuori con le nostre forze, nessuno può riuscirci. Solo Gesù può e, con il nostro consenso, ci ha strappato da quell’inferno: la salvezza come dono.

Una volta fuori dal burrone, Gesù ci deposita all’imbocco della strada che conduce al Padre. Non ci lascia lì da soli, ma ci dona  lo Spirito Santo che ci accompagna e ci sostiene. Tuttavia, la scelta di avanzare è solo nostra: la salvezza come percorso.

Dio ci rende capaci di vedere la strada e ogni giorno ci dona la forza per proseguire, quindi non c’è alcuna scusa per rimanere immobili. Ci siederemo a perdere tempo o intraprenderemo il cammino? Se ci fermiamo rimarremo cristiani tiepidi e non potremo godere dell’intimità con Dio. Il vero riposo ci attende sulla cima del monte, non alla base. Il percorso di santificazione è impegnativo ma gratificante e, se lo intraprendiamo, non ce ne pentiremo mai.