Tutto è per fede

1Che diremo dunque di Abramo, nostro antenato secondo la carne? 2Se infatti Abramo è stato giustificato per le opere, certo ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio. 3Ora, che cosa dice la Scrittura? Abramo ebbe fede in Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia. 4A chi lavora, il salario non viene calcolato come un dono, ma come debito; 5a chi invece non lavora, ma crede in colui che giustifica l’empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia. 6Così anche Davide proclama beato l’uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere:

7Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate e i peccati sono stati ricoperti; 8beato l’uomo al quale il Signore non mette in conto il peccato! (Romani 4, 1-8)

Se tutto è per fede, non conta niente operare il bene, pregare, evangelizzare? Certo che sì. Ma queste sono conseguenze della manifestazione del regno di Dio in noi. Non sono azioni che, in se stesse, ci salvano. Siamo già stati salvati, e tutto ciò che facciamo (o non facciamo) non servirà a salvarci di più (o di meno). Una volta accettata la salvezza offerta da Gesù, ciò che compiremo, in parole ed opere, avrà come motivazione l’amore e la riconoscenza per ciò che ci è stato dato gratuitamente. Tutto sarà fatto per amore del Signore, non con lo scopo di salvare noi stessi!