UN CUORE ILLUMINATO

* Luca 1, 68-71: Benedetto il Signore Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti di un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano.

* Isaia 49, 6: È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti di Israele. Ma io ti renderò luce delle nazioni perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra.

* Luca 2, 30-31: I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele.

L’arrivo del Signore sulla terra è stato variamente annunciato in tutta la Bibbia: per Isaia è una “luce delle nazioni”, per Luca è la “salvezza dai nostri nemici”, la “luce per illuminare le genti” e la “gloria del tuo popolo Israele”. In tutti i casi, è evidente la straordinarietà del Figlio di Dio, che porta con Sé luce, salvezza e gloria. Non più un servo, un reietto delle nazioni, ma il redentore d’Israele e dell’umanità intera.

Quando Gesù entra nel nostro cuore, dentro di noi avviene proprio quanto descritto fin qui: il cuore si illumina, è dato l’annuncio di salvezza, si è liberati così da tutti i nemici. Il messaggio di Gesù, la Sua opera di evangelizzazione, ha proprio inizio nel nostro cuore e nella nostra intimità. Questo è il primo terreno che il Signore vuol conquistare, solo successivamente arriverà agli estremi confini della terra. Ma come potrebbe farlo, se non ha prima illuminato la nostra più profonda interiorità, se non ci ha ancora strappato dalle seduzioni del nemico e dalle mani di quanti ci odiano?

Il Signore inizia, singolarmente, la sua opera di evangelizzazione. Fino ad allora noi eravamo morti. Potevamo magari essere affascinati da Gesù, ma non lo conoscevamo. Era come una luce che andava e veniva vicino a noi, ma che non si era mai insediata nel nostro cuore. Lo vedevamo talvolta, ma non ci aveva ancora accarezzato e scaldato. Poi, un giorno, questa luce si ferma e ci illumina: scalda il cuore, ne ha compassione perché lo vede di pietra, e infonde in esso la Sua vita. Sussurra dolci parole d’amore e d’eternità, lo rende nuovo e pronto a servirlo. Questo è il più importante passo compiuto da Gesù per costruire un popolo di credenti che lo amano sopra ogni cosa: rivelarsi a ciascuno. Trovare un’occasione, un momento speciale, una circostanza in cui inserirsi, donando quell’abbraccio tanto desiderato e descrivendo le meraviglie del suo Regno.

Per creare la Sua nazione, il Signore ha bisogno di essere amato, conosciuto e rispettato da ogni singolo uomo. Ognuno, per essere lì a servirlo, ha già visto con i propri occhi la salvezza, nel giorno in cui è stato chiamato e istruito. Ha così ceduto al suo Amore e ha deciso che ne avrebbe fatto lo scopo della sua vita. Questo è il popolo in cammino che segue Gesù, questo è il popolo pronto ad annunciare, con Gesù nel cuore, il lieto messaggio di salvezza. Il primo territorio conquistato dal Signore è il nostro cuore, e solo successivamente si dirigerà agli estremi confini della terra. E lo farà per mezzo nostro. Il Suo amore e la conoscenza che abbiamo di Lui ci porteranno a gridare sui tetti la Sua venuta, e il nostro grido di esultanza toccherà gli uomini scelti da nostro Signore. Noi non siamo certo il Cristo vivente, non abbiamo la sua Potenza e non possiamo in alcun modo convertire le persone. Ma Lui è in noi e si serve delle Sue pecorelle per i Suoi benedetti scopi, per diffondere la buona novella, per conquistare i cuori attraverso la nostra evangelizzazione. Il Signore forma un popolo, affinché il popolo stesso ne segua le orme e costituisca, a sua volta, il Suo corpo vivente! Dio è in noi e noi lo rappresentiamo e ne emuliamo i sentimenti, i pensieri e le azioni. Possa ciascun uomo che incontriamo vedere Cristo in noi! Possa riconoscere il Suo tocco, la Sua pazienza, il Suo amore infinito, la Sua pace! Possa rimanere avvinto al Signore che chiama i credenti! È Lui che tocca i cuori, è Lui che ci conduce nel momento giusto dalla persona che sa. In noi non ci sia alcuna superbia, noi siamo solo Suoi strumenti preziosi. In noi ci sia l’umiltà, che porta a rinnegare qualsiasi desiderio di gloria o ambizione personale, per il bene comune e per il Regno di Dio. Più noi saremo umili, più Lui si servirà di noi per parlare agli altri.

Facciamo nostre le parole di Luca e di Isaia: Dio abita in noi e adesso, solo con il Suo santo aiuto, possiamo servirlo con la benedizione e l’annuncio nel cuore. Andiamo noi per le strade di tutto il mondo, fino ai confini della terra, diventiamo noi quella luce delle nazioni, con Gesù dentro il cuore e il Suo amore per noi tra le labbra.