un dono per te – Gli occhiali di Dio

  • essere sul ponte grigio, passare indisturbati tra la folla. Aver intrapreso un cammino, ma non riuscire a trovare risposte per andare avanti.

Vedere con gli occhi della fede la vita significa ricevere da Dio i colori con cui leggere la realtà. Senza la guida di Dio il mondo è perduto, morto. È molto facile allora cadere o lasciarsi andare, cedere a lusinghe e piaceri effimeri. Ma io devo ricordarmi sempre di indossare gli occhiali di Dio per interpretare quello che mi circonda. Solo così io sarò in grado di distinguere luce da tenebra, benedizione da maledizione. Dio fornisce a tutti i Suoi figli questo paio di occhiali e vuole che li indossiamo ogni giorno. Abbiamo bisogno di vedere. Il buio ci intristisce, ci opprime e ci mortifica. Con gli occhiali di Dio le stesse cose hanno un effetto diverso. Se vedo con gli occhi di Dio, troverò e cercherò nel mondo la luce delle sue creature. Dio è in ogni persona che incontro, in ogni ragazzo che saluto, in ogni vecchio seduto su una panchina. Se guardo con attenzione, tutto mi parla di mio Padre.

Ciascun uomo può decidere liberamente di non seguire Dio, può scegliere il maligno e perdersi per sempre. Posso provare disagio nel condividere il tempo con questo tipo di persona, è legittimo. Ma bisogna ricordare una cosa: anche quella persona è figlia di Dio, anch’essa ha il sigillo della creazione divina, Cristo è morto anche per lei. Non entrare a consiglio con gli empi non significa disprezzare o condannare l’umanità peccatrice. Significa che con gli empi non bisogna contaminarsi o prostituirsi, non bisogna cedere con loro a compromessi. Ma gli empi vanno amati, Cristo è venuto per i peccatori, non per i giusti! E chi sei tu per giudicare un altro servo?

L’alone di grigio, che pervade la giornata del credente, esiste se si crede che chi ama Cristo è uno sconfitto o un isolato della società. Quando Gesù dice che noi non siamo del mondo, dà a noi una grossa energia, perché ci dà la grazia di essere consapevoli che siamo stati salvati e che siamo chiamati e amati da Lui. Aggiunge poi che però siamo nel mondo! Questa non è una punizione o una sofferenza, non è una pena da scontare o un conto alla rovescia per arrivare a Lui, ma un dono! È un credente in errore quello che si arrende a vivere la sua giornata passando tra un non convertito e l’altro con un senso di solitudine, sconfitta e anche disperazione. Questo non è il sentimento di Cristo. Cristo piange per chi non si è convertito, proprio perché lo ama disperatamente!

Fino a quando non vedrò l’uomo che incontro con gli occhi di Cristo, la mia vita sarà grigia e io mi sentirò sempre solo e depresso.

* Atti 7, 20-45 (testimonianza di Mosè)