Dio è il nostro Padre, il nostro genitore celeste, l’origine di tutto e la Persona che più ci ama, che più geme per noi, che più ci segue e più ci conosce. Dio Padre è colui al quale Gesù stesso si rivolgeva ogni giorno, è l’oggetto della preghiera che ci ha insegnato e la Persona di cui si è rivendicato Figlio. Dio Padre è la fonte di ogni vita, è la Giustizia infinita e l’approdo sicuro, è l’origine di ciascuno di noi e la persona che gode da parte nostra di ogni timore e reverenza. Onorarlo al di sopra di ogni uomo sulla terra è un atto ovvio per chi ha avuto la grazia di conoscerne l’Amore. Un Amore diverso da qualsiasi altro amore provato, perché disinteressato, costante, ricco di misericordia e perdono. Far parte della sua famiglia è ben altra cosa: godo di un Nome che è al di sopra di ogni altro nome, ho un fratello che ha riscattato l’intera umanità, possiedo in me una scintilla del suo fuoco e vado nel mondo nella pace e nella certezza che niente di male mi accadrà. Io sono Suo figlio e qualsiasi passato abbia avuto, qualsiasi persona mi abbia cresciuto o amato, non saranno mai forti abbastanza come l’Amore suo per me. Il Padre mi ha donato la vita due volte: la prima al momento della mia nascita naturale, la seconda appena mi ha chiamato e ha deciso di rivelarsi a me. Con la seconda nascita mi ha sottratto dal mondo e mi ha fatto un regalo meraviglioso: mi ha liberato da ogni schiavitù con cui ero entrato a contatto, mi ha trasferito nella Sua casa celeste e mi ha indicato la Verità delle cose. Mi ha fornito di strumenti validissimi per conoscerlo sempre meglio: la sua Parola, la preghiera nello Spirito, la Presenza nel tabernacolo di Suo figlio Gesù. Mi ha preso la mano e ha promesso di custodirmi in ogni cosa che faccio e in ogni luogo che frequento. Mi ha dato il Suo discernimento e mi ha insegnato, per mezzo di Suo Figlio, ad amare e a perdonare, a rispettare e ad evangelizzare. Mi ha liberato da ogni altra eredità ricevuta, attraverso la Sua benedizione. Mi ha strappato dalle catene spirituali che potevano gravare sul mio albero genealogico. Mi ha preso con sé e mi ha poi detto: “sulla terra onorami e non rinnegarmi mai”.
Certo che Gesù vuole che onoriamo i nostri genitori, ma vuole ancora di più che sia chiaro per noi di chi siamo figli ed eredi. O vogliamo disprezzare la nostra seconda nascita in Lui? O non vogliamo appropriarci della nostra eredità celeste, accontentandoci di carnalità e ingombranti eredità spirituali dell’albero genealogico? Se io amo mio padre e mia madre più di Gesù, non sono degno di godere della mia eredità celeste, poco ma sicuro. La frase di Gesù è in realtà una proposta: a quale famiglia vuoi appartenere? Di chi ti dichiari figlio? Chi vuoi servire? Di chi sei realmente debitore? Scegliere Gesù significa quindi decidere quale eredità voglio avere e di quali vantaggi voglio godere. Questo senza rinnegare nulla a chi ci ha cresciuto e fatto arrivare al punto in cui siamo, ma dimostrando piuttosto di aver riconosciuto nel loro amore la mano di un Amore più grande, che vuole per noi quel futuro e quell’abbondanza che nessun uomo può garantirci.
* Matteo 25, 31 ss. (il giudizio finale)