Un cristiano che vuol servire il prossimo si predispone ad accettare la sola verità che conduce al Signore: se il chicco di grano non muore, non porta frutto.
Noi però vediamo ancora nel morire una scelta, un sì, un modo di fare che talvolta ci inorgoglisce e di cui ci vantiamo. Dobbiamo ammettere che questa è davvero una timida partenza per conoscere Dio.
Essere Suoi, conoscerlo, parlarci e vivere di Lui e per Lui è molto di più. È morire a se stessi. Non per volontà, ma per rinuncia: a ogni pretesa, a ogni comodità, a ogni interesse.
Noi invece vorremmo servire il Signore col pancino pieno. Magari siamo disposti a perdere, anche l’amore degli uomini, anche la stima del prossimo o ogni somma di denaro. Ma non vogliamo morire. Non nel senso fisico, ma nel profondo del nostro io. A questo punto, non si tratta più di fare una scelta (è già compiuta), ma di veder morire l’io per il Dio che tutto può. Ancora non l’abbiamo mai fatto. Non potevamo ancora farlo. Eravamo nudi, e Lui ci ha rivestito della Sua luce. Eravamo affannati e soli, e Lui ci ha donato la Sua abbondanza.
Noi godiamo delle benedizioni del Signore perché l’abbiamo scelto, ma adesso Dio desidera donarci la Sua potenza, che si sprigiona solo dopo la rinuncia a ogni nostro progetto o desiderio.
Cosa dobbiamo fare? Ebbene, questa non è la domanda giusta.
Non cosa dobbiamo, ma cosa vogliamo davvero fare?
Finora siamo stati mossi dal dover fare, dalla legge, dalla fede, dal comandamento. Ora sia l’Amore a muoverci: ogni servo di Dio è disposto a morire, come fa il padrone.
Siamo pronti a morire per amore del Signore e per l’amore verso il nostro prossimo? Cosa vogliamo fare per Lui? Riflettiamo su questa domanda. Ciò che risponderemo avverrà, perché sarà lo Spirito a rivelarcelo. Stiamo sereni e prepariamoci al salto. Tutto cambierà, e noi ancora non immaginiamo nulla.
* 1 Tessalonicesi 4, 1-8: 1Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù: avete appreso da noi come comportarvi in modo da piacere a Dio, e così già vi comportate; cercate di agire sempre così per distinguervi ancora di più. 2Voi conoscete infatti quali norme vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù. 3Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dalla impudicizia, 4che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, 5non come oggetto di passioni e libidine, come i pagani che non conoscono Dio; 6che nessuno offenda e inganni in questa materia il proprio fratello, perché il Signore è vindice di tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e attestato. 7Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. 8Perciò chi disprezza queste norme non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo Santo Spirito.
Sbagliamo se pensiamo che la rinuncia all’io sia dolorosa. Fa dolore piuttosto tenersi il fardello dell’io. Liberarsene porterà alla guarigione. Sarà bello allora sorridere ed amare come non mai.