UN SERVO DA ACCOGLIERE

* Giovanni 13,20: In verità, in verità vi dico: chi accoglie colui che manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato.

 

Incontrare Gesù, sentire chiaramente la Sua presenza, toccarlo nello Spirito, invocarlo, parlarci… E poi decidere di non volerlo tenere con sé. La Scrittura è molto chiara a proposito, fin dal profeta Geremia, che sperimentò più volte non solo la non accoglienza come profeta, ma anche l’arresto e il giudizio.

 

* Geremia 26, 12-15: 12Ma Geremia rispose a tutti i capi e a tutto il popolo: “Il Signore mi ha mandato a profetizzare contro questo tempio e contro questa città le cose che avete ascoltate. 13Or dunque migliorate la vostra condotta e le vostre azioni e ascoltate la voce del Signore vostro Dio e il Signore ritratterà il male che ha annunziato contro di voi. 14Quanto a me, eccomi in mano vostra, fate di me come vi sembra bene e giusto; 15ma sappiate bene che, se voi mi ucciderete, attirerete sangue innocente su di voi, su questa città e sui suoi abitanti, perché il Signore mi ha veramente inviato a voi per esporre ai vostri orecchi tutte queste cose”.

 

Questo passo è del resto analogo a quanto ci viene riferito da Matteo al momento dell’arresto di Gesù e in relazione alla volontà di Pilato di tenersi fuori da questa vicenda.

* Matteo 27, 24-26: 24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla: “Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!”. 25E tutto il popolo rispose: “Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli”. 26Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.

In tutti questi casi si ha un incontro: Gesù da una parte e l’uomo dall’altra. È il momento del sì o del no dell’uomo, a una proposta d’amore chiara ed esclusiva, dopo la quale non è possibile essere più gli stessi di prima o tornare indietro.

Quante persone incontriamo ogni giorno! A volte ci è difficile persino fermarsi ad ascoltare. Capire chi si ha di fronte, conoscere il cuore dell’altro, amarlo. Spesso non si ha tempo per nessuno. E ciò è un male. Potrebbe esserci Gesù dietro uno di loro, o dietro tutti. E noi ignoriamo Gesù, gli voltiamo le spalle, per un nostro misero interesse, per fretta, superficialità, comodo.

Pensiamo agli incontri più importanti della nostra vita, al nostro sì alle persone che Dio ci ha messo accanto. Hanno o no cambiato profondamente il nostro vissuto? E perché?

Perché c’era Gesù dietro ognuno di loro: un amico, un figlio, un marito, un dono di Dio per ciascuno di noi, e noi abbiamo detto sì.

Cosa è servire Dio?

Non è per prima cosa andare al mondo per portare la Parola, ma è innanzitutto accettare di farlo, arrivando al Padre e dicendo: “accolgo in me il Signore e il Suo progetto per me”, e poi lasciare a Lui il cammino, e vivere dove, come e con chi Lui vorrà.

Pensiamo sempre al servizio come nostra azione, e ci dimentichiamo che esso è prima di tutto un ascolto e una disponibilità, un’accoglienza.

Poi è solo il Signore a fare tutto, e noi siamo solo Suoi strumenti, che possono servire in contesti vari e con persone per noi sconosciute o incomprensibili.

Dio è vicino a noi e ci chiede: mi vuoi accogliere?

Siamo noi i nostri primi evangelizzatori. Cosa rispondiamo? Sì, lo voglio! E, solo dopo ciò, sarà possibile andare per le strade ad annunciare ciò che ha fatto per noi.

Chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato, e questo vale per prima cosa per noi.