UNA ROSA TRA I GIRASOLI_parte II

* Filippesi 2, 5-7: Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini.

“Spogliò se stesso”: immagina la rosa senza i suoi petali. Questo fece Gesù per noi! E questo noi dobbiamo fare per gli altri, seguendo il suo esempio. Gesù, che era di natura divina, condivise con noi il suo tesoro, giunse sulla terra e assunse la condizione di servo. Come potremmo noi fare qualcosa di meno? Come potremmo noi continuare a sentirci rosa tra i girasoli?

* Filippesi 2, 8-9: Apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome.

Il nostro portar frutto nella vita degli altri consiste in un sol gesto: umiliarsi. Farsi piccoli, stendersi a terra, inginocchiarsi. Morire a se stessi e servire.

Allora Dio ci eleverà. Ma non nel senso che intendiamo noi. Dio non ci innalzerà di fronte agli altri, non ci farà dimostrare nulla ai fratelli o ai nemici. L’essere esaltati da Lui non ha nessuna implicazione umana.

“Esaltare” è un verbo di origine latina, che significa alla lettera: fare un salto fuori. Chi viene esaltato, compie quindi un salto fuori dall’ordinario. Chi si umilia sulla terra, è da Dio condotto direttamente su nel cielo. Dio lo innalza a tal punto che, dalla terra, l’uomo arriva direttamente al più alto dei cieli. Ecco cosa comporta l’umiltà verso il prossimo e l’avere per lui lo stesso atteggiamento avuto da Cristo per tutti noi. Comporta l’avere la possibilità di arrivare direttamente nelle braccia di Dio, saltando cielo e cielo, orbite, sole e stelle.

Dal campo di girasoli alle braccia di Dio, in un sol momento.

Curiamo attentamente il nostro rapporto con gli altri, strappiamoci di dosso ogni giudizio e ogni pretesa. Facciamo come ha fatto Gesù con noi e smettiamo di sentirci migliori degli altri. Se Dio ci ha illuminato di più, ringraziamolo e, con più energia, cominciamo a servire. Anche chi ho accanto ha bisogno di fare quell’incontro: è questo che dobbiamo continuamente annunciare.