In ogni famiglia, il padre è il capo, e ha il compito di provvedere al sostentamento di tutti i membri, che dipendono da lui. La madre trasforma e cucina il cibo, rendendolo commestibile ed invitante; i figli hanno l’unico compito di nutrirsi con quelle pietanze. E’ bello vedere una famiglia intorno ad una tavola, grata per il pasto di cui dispone. Mangiare lo stesso cibo significa essere uniti.
1Beato l’uomo che teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
2Vivrai del lavoro delle tue mani,
sarai felice e godrai d’ogni bene.
3La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
4Così sarà benedetto l’uomo
che teme il Signore. (Salmo 127/128, 1-4)
Ora invece pensiamo ad una situazione rovesciata. Un padre torna a casa con ciò che il suo lavoro ha provveduto, ma non viene accolto. Madre e figli si lamentano per quello che ha portato, e invece che preparare la tavola, escono per andare a mangiare fuori. Siccome vogliono mangiare cose diverse, si dividono: la mamma va al ristorante, i figli al fast food. E’ una scena triste e deludente. Ma è quello che accade ogni qual volta non accettiamo la volontà di Dio per la nostra vita: ci lamentiamo e seminiamo disaccordo e disunione intorno a noi. I piccoli che ci sono stati affidati non impareranno mai a dipendere dal Signore, perché noi per primi ci ribelliamo!
Si dice che lo scopo di fare crescere un figlio è quello di renderlo indipendente, ma questo vale per il mondo, non per il Regno di Dio. L’indipendenza è un’illusione, un inganno, che satana propina agli uomini dall’inizio del mondo. L’uomo è sempre dipendente da qualcuno o qualcosa; però può scegliere da chi esserlo. Un genitore che si rispetti insegnerà ai figli a dipendere dall’unico vero Padre; mostrerà, con le parole e con l’esempio, che non ci può essere altra via di autentica felicità.