Veri o falsi amici?

Il primo passo verso l’amicizia con Dio dunque è fidarsi di Lui; ad esso segue l’obbedienza alla Sua parola, anche se essa può sembrare non sensata razionalmente. Una volta superato questo scoglio, potremo accedere ad un livello di intimità maggiore con Dio, conoscerLo meglio ed avere accesso alle ricchezze della Sua sapienza.

21Tutto ciò che è nascosto e ciò che è palese io lo so,
poiché mi ha istruito la sapienza, […]
27Sebbene unica, essa può tutto;
pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova
e attraverso le età entrando nelle anime sante,
forma amici di Dio e profeti.
(Sapienza 7, 21; 27)

Come avviene per ogni rapporto importante che si rispetti, il nostro cuore verrà trasformato e plasmato dalla vicinanza e dall’intimità con Dio. Se ciò non accade vuol dire che il nostro interesse è superficiale, che non si tratta di vera amicizia. Certo, non con tutti si può essere amici intimi… ma con Dio è diverso! Con Lui non si può volere solo una banale frequentazione! Eppure accade più spesso di quello che pensiamo. Non si tratta solo di coloro che si accontentano della messa domenicale come unica occasione di incontro con Dio, ma anche di tutti quelli che mirano ad avere un’amicizia di interesse con il Signore.

4Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio?

Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. 5O forse pensate che la Scrittura dichiari invano: fino alla gelosia ci ama lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi? (Giacomo 4, 4-5)

Il rischio di diventare amici di Dio per interesse (e quindi falsi amici) lo si corre pur stando a stretto contatto con Gesù; l’esempio più palese è Giuda. Egli è stato discepolo, inviato a guarire e liberare, eppure la Scrittura lo ricorda come un “ladro”, poiché prelevava dalla cassa comune per i suoi interessi. Ma non era solo un problema di denaro: Giuda è rimasto nella cerchia degli intimi di Gesù perché voleva avere dei privilegi. Forse pensava che Gesù sarebbe salito al trono di Israele e che avrebbe dato favori ed onori ai Suoi seguaci. Giuda voleva godere degli agi e delle comodità terrene ed ha visto in Gesù l’occasione della sua vita. Non ha capito che Gesù era il Salvatore della sua anima, il Re potente che si spoglia per servire, e che si abbandona all’umiliazione per amore ed ubbidienza.

48Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: “Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!”. 49E subito si avvicinò a Gesù e disse: “Salve, Rabbì!”. E lo baciò. 50E Gesù gli disse: “Amico, per questo sei qui!”. Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. (Matteo 26, 48-50)

Spezza il cuore sentire Gesù che continua a chiamare Giuda “amico” anche dopo il tradimento…

1Ogni amico dice: “Anch’io ti sono amico”,
ma esiste l’amico che lo è solo di nome.
2Non è forse un dolore mortale
un compagno e un amico trasformatosi in nemico?
(Siracide 37, 1-2)

La falsa amicizia è destinata a crollare, e sfocerà quasi sempre in un tradimento, perché, non essendo sincera, non può resistere alle prove. Se il nostro rapporto con Gesù è superficiale e si basa sull’interesse, dobbiamo ravvederci e cambiare rotta: quando le cose si faranno difficili, pur di salvare noi stessi, rischieremo di tradire il nostro Dio.

L’amicizia disinteressata invece si trasformerà in vero amore: rimarremo saldi al fianco del Signore qualunque cosa succeda.

13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. (Giovanni 15, 13-15)