Vero e falso pentimento

37Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; 38e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. […]48Poi disse a lei: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”. 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è quest’uomo che perdona anche i peccati?”. 50Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!”. (Luca 7, 37-38; 48-50)

In ogni episodio di vera conversione narrato nei vangeli, mai nessuno ha fatto l’errore di cercare di ripulirsi da sé prima di essere perdonato e redento da Dio. La fede di queste persone ha loro permesso di avvicinarsi senza paura; essi erano certi che Gesù veniva per salvare e non per condannare.

Il pentimento, da solo, non serve a niente. E’ inutile fare cordoglio su se stessi, dopo aver visto il proprio peccato, senza poi andare dall’Unico che può lavare e purificare, chiedendoGli perdono. Sarebbe come se il figliol prodigo, dopo essersi ravveduto, fosse rimasto nel porcile! Purtroppo, ciò è accaduto a Giuda Iscariota.