Via le maschere!

Pensiamo alle persone significative della nostra vita, dall’infanzia ad oggi: ognuna di loro ha lasciato una traccia nel nostro cuore, e se guardiamo attentamente scopriamo che il nostro comportamento si è modellato a seguito di quelle relazioni, in bene o in male. Mentre crescevamo, cercavamo la nostra vera identità e, nel farlo, spesso ci siamo trovati ad imitare persone che avevano un fascino ed un’influenza speciale su noi: genitori, fratelli/sorelle più grandi, amici… o magari persone famose che ammiravamo. Ci piaceva una sfaccettatura del loro carattere, un loro modo di fare, e cercavamo di imitarli a tutti i costi, perché volevamo che gli altri vedessero in noi proprio quella caratteristica che amavamo così tanto.

Diventati adulti abbiamo tolto i poster dei personaggi famosi e smesso (forse) di imitare gli altri… ma abbiamo veramente trovato noi stessi? Finché non incontriamo il Signore, non possiamo scoprire la nostra vera identità. Dio solo ci conosce veramente, e ci ama proprio perché siamo noi e nessun altro.

Quante volte invece abbiamo indossato delle maschere, come se fossero la nostra vera immagine? Portarle è scomodo, eppure non possiamo farne a meno, perché sembrano riscuotere successo tra la gente. Così facendo però, rimaniamo imprigionati in uno stereotipo che ci siamo creati, e quando cerchiamo di gettarlo via, allarmiamo le persone che abbiamo accanto. Spesso, per mantenere una falsa pace, torniamo a camuffarci, constatando però la discrepanza tra quello che abbiamo nel cuore e il nostro comportamento.

E’ un problema che ognuno, prima o poi, si trova ad affrontare, anche la persona più schietta e diretta: soffriamo quando le nostre azioni non riflettono le vere intenzioni del nostro cuore, o sono mal capite dagli altri. Quando siamo sotto pressione, spesso ci comportiamo in un modo che, col senno di poi, giudichiamo inadeguato, perché passivo o malvagio.

18Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. (Romani 7, 18-19)

Se Gesù non guarisce il nostro cuore e ci rende liberi, ci sarà sempre uno scarto tra quello che siamo e quello che facciamo, tra il nostro cuore e il nostro comportamento. Ma anche dopo che il nostro cuore è stato rigenerato in Cristo, corriamo il rischio di portare avanti questa discrepanza, se ci allontaniamo dalla Fonte della nostra salvezza.

20Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo, 21se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, 22per la quale dovete deporre l’uomo vecchio con la condotta di prima, l’uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici 23e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente 24e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. (Efesini 4, 20-23)