Catechesi – PERDERE IL POSTO (I)

“Se così sembra bene al re, venga da lui emanato un editto reale da scriversi fra le leggi di Persia e di Media, sicché diventi irrevocabile, per il quale Vasti non potrà più comparire alla presenza del re Assuero e il re conferisca la dignità di regina ad un’altra migliore di lei.” (Ester 1, 19)

  • Siamo soliti ripetere quanto Dio è buono, misericordioso, paziente. E lo è davvero. E molto. Ma spesso dimentichiamo che Egli è anche un Dio giusto, un Dio geloso perché pieno di amore e di passione per coloro che ha scelto.
  • Quante volte mettiamo a dura prova la pazienza dei nostri coniugi, perché ci comportiamo da egoisti? La verità è che diamo per scontato il loro amore. Certo, essi ci amano per quello che siamo, ma che diritto abbiamo di trattarli come i nostri schiavetti personali? Quando siamo concentrati solo su noi stessi, non facciamo altro che pretendere; quando invece essi ci chiamano, ci sottraiamo alla loro presenza, facendo i preziosi.
  • Ma se questo atteggiamento è sbagliato nei confronti del nostro sposo/a terreno, quanto più è irriverente verso Dio? Troppo spesso diamo per garantito quello che abbiamo ricevuto in dono. Mettiamo il cartellino “proprietà privata” sui doni di Dio e su noi stessi. Non ci accorgiamo della gravità del nostro sottrarci alla chiamata di Dio, perché finiamo per darLo per scontato.
  • È proprio quello che è successo a Vasti, la regina sposa di Assuero. La storia la conosciamo tutti: sarà Ester a diventare regina al posto di Vasti.
  • Soffermiamoci su questo versetto perché è importante. Vasti si è negata alla presenza del re; lui la chiamava e lei è rimasta nelle sue stanze. Vasti ha agito male perché ha dimenticato chi era: la regina! Non ha onorato il suo ruolo, e questo è un errore molto grave.
  • Vasti ha fatto una scelta sbagliata con conseguenze disastrose. Ha ferito il cuore del re e ha perso tutto ciò che aveva. La sentenza è ufficiale e irrevocabile, come dice il versetto: lei non potrà comparire più alla presenza del re e il suo ruolo verrà dato ad un’altra! L’originale ebraico non parla di ruolo, ma di regno, di status regale. Vasti perde più di un ruolo… perde un intero regno, quello che possedeva di diritto perché era sposata al re.
  • Stiamo attenti perché è ciò che può succedere a noi. Gesù è lo Sposo, e tutto ciò che abbiamo è perché siamo Suoi. Il Re dei re ci dà ogni benedizione e privilegio spirituale, il regno di Dio è per noi… ma siamo davvero Suoi o siamo solo invaghiti delle ricchezze che ci dona? Siamo pronti e felici quando Lui ci chiama, anche se questo comporta lasciare tutto ciò che stavamo facendo?
  • Attenzione, non ci si può prendere gioco di Dio. E maggiore confidenza abbiamo con il Re, più grande è l‘affronto che Egli subisce ad un nostro rifiuto! Notiamo tra l’altro che a Vasti è bastata una sola disubbidienza. Non era un suo atteggiamento abituale. Il rifiuto di Vasti non è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma il suo unico affronto ha avuto conseguenze così gravi perché lei era la regina. Il suo posto era a fianco del re, e quella volta è stata assente ingiustificata!
  • Anche Saul ha perso il regno per un’unica disubbidienza. Egli era il re d’Israele, il suo ruolo era fondamentale, doveva essere di esempio per gli altri!
  • Dobbiamo essere consapevoli che il posto che abbiamo non è meritato o guadagnato: ci viene offerto. Noi invece ci comportiamo come se ce lo fossimo preso a gomitate. Troppo spesso ci arroghiamo diritti, ma questo atteggiamento ci fa perdere di vista che tutto è dono.
  • Chi ha scelto di appartenere veramente a Dio ha scelto di perdere ogni diritto verso di Lui e verso il mondo. Si è fatto veramente servo, per amore e libera scelta. Sa che all’infuori del proprio Re non c’è niente e nessuno che valga la pena di servire, perché solo in Lui ci sono le sorgenti della Vita. Non ci sono persone, situazioni o esigenze che possano venire prima di Dio.
  • Il versetto si conclude precisando che il regno verrà dato ad un’altra migliore di Vasti. Questo “migliore” non ci confonda: non ci induca a fare paragoni tra fratelli. Migliore, in questo senso, è solo una questione di scelta e di responsabilità; ovvero qualcuno che sia umile, obbediente, fedele. Qualcuno che prenda sul serio la dignità che gli è stata conferita per grazia.
  • Questo forse può sconvolgere le nostre false certezze spirituali, ma la verità è che i posti nel regno di Dio non sono garantiti una volta per tutte, si possono perdere. Non sono assegnati per diritto o per merito, ma solo per grazia. Quindi se uno abbandona il proprio posto o lo disprezza, sia consapevole che Dio non lascerà il ruolo vacante, ma lo conferirà a qualcun altro. Pensiamo a Giuda, come sta scritto “il suo incarico lo prenda un altro” (Atti 1,20). Questo perché il regno di Dio deve andare avanti, nonostante tutto.
  • Precisiamo che tutto ciò non implica affatto diminuzione dell’amore di Dio. Dio è amore e continuerà sempre ad amare ogni suo figlio, anche quelli che sbagliano o si perdono. Qua non si tratta dell’espiazione di Gesù da tutti i peccati: è un dato di fatto. Ma può comunque capitare che qualcuno non aderisca totalmente a Dio, rifiuti il posto assegnatogli, preferendo il mondo, o se stesso. Imbocca una strada diversa. Se si pente, può sempre avere il perdono di Dio: ma la sede che ha lasciato vacante verrà assegnata ad un altro.

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