Sul Tabor

1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: “Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. 5Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”. 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: “Alzatevi e non temete”. 8Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.

9E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: “Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti”. (Matteo 17, 1-9)

Il Signore si mostra a noi trasfigurato, ci fa vedere la Sua gloria e ci parla, e tutto unicamente per rassicurarci.

Gesù appare assieme a Mosè ed Elia, per mostrare ai discepoli due realtà che si fronteggiano: l’Antico e il Nuovo Testamento. La Legge e la Grazia. La lettera “morta” e la Parola di Dio vivente. La vita nella carne e la vita nello Spirito.

La legge e i profeti sono pedagoghi che ci devono condurre a Gesù (Galati 3, 24-26), ma non sono la nostra destinazione finale. Se ci fermiamo ad essi significa che stiamo rischiando di ridurre la nostra relazione con Dio ad una serie di pratiche religiose (la legge) o di fermarci alle opinioni altrui su chi è il Signore (i profeti) senza approfondire il nostro rapporto con Lui.

La conoscenza della verità – su Dio, su di noi, sugli altri – deve essere progressiva, perché non siamo in grado di reggerne il peso tutto in una volta; arriva però un momento in cui la Verità va abbracciata letteralmente, in quanto essa è una Persona, cioè Gesù.

Non si possono fare tre tende, come suggeriva Pietro, perché una sola può essere la tenda del convegno nel quale ci vediamo e parliamo con il nostro Signore. Dobbiamo scegliere: vogliamo continuare ad entrare alla presenza di Dio in un tempio di pietra, fatto da mani d’uomo, o decidiamo di incontrare Dio in noi, in un tempio vivo?

10L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. […] 22Non vidi alcun tempio in essa perché il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio.  (Apocalisse 21, 10; 22)

Dopo l’esperienza sul monte Tabor, i tre discepoli non sono più gli stessi: hanno visto ciò che il corpo umano di Gesù nasconde. E’ come se avessero sbirciato dietro la cortina del Tempio, il pesante drappo che divideva il luogo Santo dal Santissimo! La cosa più importante però è che ora hanno capito nel loro intimo chi è Gesù, senza più doversi affidare alle opinioni o alle esperienze altrui per conoscerLo.

5Io ti conoscevo per sentito dire,
ma ora i miei occhi ti vedono.
(Giobbe 42, 5)