Forse ci potremmo fare questa domanda: ma qual è la più grande manifestazione d’amore che una persona può dare?
La risposta è questa: essa è amare nel Figlio ogni creatura.
Amare nel Figlio: è amare l’altro perché Dio abita in lui, è tenerlo al sicuro perché dono prezioso, è osservare e ascoltare silenziosamente ogni sua esigenza. Chi ama nel Figlio fa questo per noi: ci coccola e si prende cura di noi nel silenzio e al riparo da sguardi e commenti importuni. Lo fa perché riconosce in noi ciò che Dio illumina della nostra persona, e ad esso si prostra volentieri e con onore.
Amare nel Figlio: non è solo “come” amare, ma anche “Chi” amare.
Lo sposo e la sposa si amano nel Figlio perché Egli è in loro e il loro amore è forte perché ha Dio come centro e come tramite.
Amare nel Figlio è compito di ogni cristiano, e in particolare di ogni fidanzato e sposo.
Quando è massimo l’amore verso una persona? Non quando qualcuno fa qualcosa di speciale per l’altra, ma quando riconosce Dio nell’altra, in ogni sguardo, sorriso o movimento.
Se una sposa vive di Cristo e sa amare il coniuge in Cristo stesso, l’altro fremerà ad ogni suo gesto, perché è quello di Dio per lui.
Il sì dello sposo giornaliero si nutre non dell’amore che già prova per la compagna, ma di quello che riceve da Dio attraverso la compagna stessa. È l’amore purificato dai propri egoismi che rende possibile ogni giorno il sì di uno sposo, perché esso è un sì a Dio, e non a un essere umano.
Più una sarà nel Signore, più il suo sposo proverà amore nei suoi confronti, più tale sposo si avvicinerà a Dio. Nessun coniuge tema mai di ubbidire a Dio, perché da qui passa la conversione dell’altro, e il suo amore per la sposa al tempo stesso. L’ubbidienza a Dio sigilla il futuro dei due e la loro comunione completa.
* 1 Giovanni 4, 7-16: 7Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. 8Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. 9In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. 10In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. 11Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. 12Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. 13Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito. 14E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. 15Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio. 16Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui.
Quando lo sposo guarda la propria amata, rivede se stesso riflesso in lei e, compiacendosene, si prostra davanti a Chi gliel’ha messa innanzi. Chi ama la sposa ama se stesso e, per necessità, si slancia verso di lei e tende a proteggerla.
Amare la sposa significa vedere e cogliere in lei quanto Dio ha fatto per lui e ha provveduto per la sua felicità. Amarla significa accoglierla e dire di sì a una vocazione, che è al tempo stesso progetto d’amore.
Amare in Cristo la sposa implica un Amen: sia fatta la volontà del Creatore nella mia vita, che è indissolubilmente legata a quella di un’altra finché morte non separi.
Amare in Cristo implica pure una rinuncia: a me stesso, al mio egoismo, alla mia autonomia. Uno sposo non può più vivere la propria vita pensando al suo solo interesse, perché la vita individuale è morta nel giorno del suo sì di fronte a Dio a un progetto di comunione e condivisione. Chi ama la propria sposa dice al Signore che intende onorare la propria promessa all’altare e che considera la sua vita matrimoniale il luogo per eccellenza in cui si esplicita la propria vocazione.
Amare in Cristo la sposa sottintende sapere che è nel sacramento e nel nido familiare che Dio ha fissato la Sua tenda. Non solo nel cuore di ciascuno, ma dentro una coppia, che è unità ai Suoi occhi.
Invece, quando la sposa guarda il proprio amato, trova in lui il compimento della promessa del Salvatore, che consiste nel donare protezione e calore. Chi vede lo sposo, ringrazia il Padre di quanto ha previsto per lei, e dei mezzi che gli ha offerto per sopperire alle proprie mancanze o inefficienze.
Chi guarda la sposa, ama. Chi guarda lo sposo, ringrazia.
Il Signore unisce due persone per il bene di entrambi, ma con due dinamiche assai diverse.
La sposa completa lo sposo, quest’ultimo pensa alla sposa e le offre quanto offrirebbe di ristoro alle proprie membra. La sposa è amata ogni volta che il marito provvede a lei come farebbe per il proprio fisico, mente e spirito. La sposa arricchisce lo sposo di colore, tenerezza e spontaneità. Lo colma nel suo mancante entusiasmo e nella sua disabitudine a notare le piccole bellezze della vita. Gli dona gioia, scalda il suo cuore e lo conduce, attraverso l’amore, ad amare Dio e sé al tempo stesso. La sposa ravviva un cuore, e invita lo sposo a una continua conversione, dal vivere pensando a se stesso, al vivere consapevole che la propria esistenza è nel dare, piuttosto che nel ricevere amore.
Due coniugi si amano in Cristo, e ciò inevitabilmente conduce alla vita. Per questo, lo scopo naturale di questa unione è avere figli e costruire una santa famiglia. E ciò sicuramente avverrà. Amare in Cristo è, infatti, generare la vita, ed essa non può non manifestarsi.
* Efesini 5, 25-33: 25E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, 26per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell’acqua accompagnato dalla parola, 27al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. 28Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. 29Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, 30poiché siamo membra del suo corpo. 31Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. 32Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! 33Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.