Ascoltare e tacere

Spesso abbiamo difficoltà a parlare al prossimo e a portare il Signore con noi nelle nostre conversazioni, e per questo rimaniamo in silenzio.

Altre volte, siamo invece tentati nel modo opposto: abbiamo davanti uomini che ci provocano e rappresentano per noi un ostacolo, per cui reagiamo con rabbia e impulsività, sprigionando così tutto il nostro io e pronunciando parole di morte e non di vita.

Ciò è sbagliato agli occhi di Dio, perché, così facendo, siamo noi a respingere ogni ingiustizia con le nostre soluzioni e i nostri metodi. Dobbiamo invece crescere nell’umiltà, e imparare a trattenerci nel Signore, perché è Lui il capo di ogni discorso e di ogni rapporto, è Lui che propone la vita e non la morte, è Lui ad avere la risposta a ogni problema. Dobbiamo imparare a lasciare tutto a Lui e ad attendere. Se ascoltiamo la Sua voce, piuttosto che la nostra rabbia, sapremo cosa dire. E gli altri, alla Sua parola di vita, taceranno immediatamente.

Il nostro silenzio in alcuni casi è davvero prezioso: ci fa piccoli e capaci di confidare solo in Lui e nella Sua volontà per noi e per chi abbiamo davanti. È importante agire e servire il Signore, ma ciò può avvenire solo dopo un profondo silenzio interiore e un ascolto in Lui.

È Dio che dirige le vicende, non noi. Questa verità sia sempre nel nostro cuore. Se prendiamo iniziative non richieste, si aprono strade e scelte non previste che possono confonderci e crearci turbamenti senza fine. Chi riconosce la voce di Dio e decide di ascoltarla, tocca con mano la Sua provvidenza, e diventa capace di distinguerla dai desideri del suo io.

La Volontà del Signore spacca le montagne, crea i dirupi, alza il vento, forma tempeste e crea gli abissi. È potenza inarrestabile, è un sì che nessuno può fermare, tanto meno noi.

Tacere ed ascoltare è garanzia di spostarsi di un passo, affinché tale potenza operi miracoli e prodigi. Così noi possiamo seguirlo e vivere della Sua benedizione.

* Giacomo 1, 19-27: 19Lo sapete, fratelli miei carissimi: sia ognuno pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira. 20Perché l’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio. 21Perciò, deposta ogni impurità e ogni resto di malizia, accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime. 22Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. 23Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: 24appena s’è osservato, se ne va, e subito dimentica com’era. 25Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla.

26Se qualcuno pensa di essere religioso, ma non frena la lingua e inganna così il suo cuore, la sua religione è vana. 27Una religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri da questo mondo.