Lo Spirito d’amore

37Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: “Chi ha sete venga a me e beva 38chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. 39Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c’era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato. (Giovanni 7, 37-39)

Dopo aver restaurato e fatto rivivere il nostro cuore, Gesù fa fluire in esso il Suo Spirito d’Amore: non più un amore egoistico o immaturo, ma un amore che dà la vita.

Nessuno può dire di saper amare davvero se non conosce Dio e se non si è lasciato amare da Lui, ma soprattutto se non ha ricevuto la potenza dello Spirito di Dio. Quello stesso Spirito, che ha resuscitato Gesù dai morti, ci dà la capacità di amare Dio sopra ogni cosa, per offrirGli la nostra vita.

11E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. (Romani 8, 11)

La sola motivazione che può spingerci a donare interamente la nostra vita al Signore, deponendo il nostro io, è l’amore che Dio ci dona, cioè lo Spirito Santo. Non c’è altra possibilità. Umanamente, nessuno ha una tale forza, o, anche se l’avesse, il suo sacrificio non sarebbe però gradito a Dio, perché tutto ciò che è fatto con le nostre forze è destinato a morire.

Deporre la nostra vita ai piedi di Gesù con la forza dello Spirito è il primo grande passo: dopo ciò, potremo adempiere tutto quello che Egli ci chiede, qualsiasi cosa essa sia.