Catechesi – COMPORTARSI DA UOMINI NUOVI

“Dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera.” (Efesini 4, 23-24)

  • Nella nostra vita di cristiani, siamo spesso tormentati vedendo le nostre mancanze, le nostre tendenze carnali… non facciamo altro che puntare i riflettori su noi stessi. Certo, siamo umani, ancora abitiamo in un involucro soggetto alla corruzione. Ma questo non dovrebbe essere un cruccio continuo, bensì la consapevolezza che siamo in cammino e che solo Dio è Dio!
  • Tra l’altro, quando ci concentriamo su noi stessi, perdiamo di vista importanti verità che sono nostre per fede. La verità è verità sempre e comunque. Sta a noi scegliere di crederci o meno. Questo, detto banalmente, è la fede. Ebbene, per fede noi siamo stati crocifissi con Cristo (Gal 2,20). La forza del peccato che ci dominava non ha più presa su di noi, perché un morto non può essere minacciato! Quando crediamo fermamente a questa verità, sperimentiamo la vera vittoria nello spirito. La consapevolezza della nostra morte in Cristo ci libera da ogni paura, perché… chi è già morto non può più morire! Questa verità va applicata continuamente, ogni giorno, per continuare a dimorare in Cristo.
  •  Siamo nuova creatura in Cristo. Lo siamo per nuova nascita, e questo non può cambiare. Tuttavia ci portiamo ancora dietro delle vecchie, cattive abitudini. Ecco perché ancora cadiamo o sperimentiamo intensi combattimenti.
  • Per capire questo concetto, facciamo un esempio. Consideriamo una ragazza fidanzata; presto si sposerà e diventerà moglie. Ma ancora vive a casa con i genitori: si trova nello stato di figlia e nubile. Poi arriva il giorno del matrimonio: il suo stato viene mutato definitivamente. Non sarà mai più nubile finché vive, perché sposarsi è un segno che cambia una persona per sempre. Anche qualora il marito morisse, lei sarebbe chiamata vedova, non tornerebbe mai ad essere nubile.
  • Questo ci spiega qualcosa circa la natura della ragazza, ciò che essa è agli occhi della legge e di Dio. Ma per quanto riguarda il suo comportamento e le sue abitudini? Abitando dai genitori aveva acquisito i loro atteggiamenti, pratici o caratteriali. Invece diventando moglie entra a far parte di una nuova famiglia, tutta nuova e da costruire. Come si comporterà? In modo automatico porta le vecchie abitudini, quelle della famiglia di origine. Ma si accorge presto che esse non funzionano con il marito e mettono a rischio la loro serenità!
  • Essere moglie per legge non implica comportarsi come tale. È un cammino che si impara giorno per giorno a fianco del marito. Comporta decisione, scelta e buona volontà. Non si tratta di seguire pedissequamente le regole della moglie modello, ma di costruire una nuova casa e famiglia nell’amore e nel rispetto dei ruoli.
  • Quindi: noi siamo in Cristo nuove creature. Siamo ufficialmente tali. La nostra natura è mutata rispetto a prima. Ma ci portiamo dietro ancora vecchie abitudini e vecchi comportamenti. Ecco perché sperimentiamo il conflitto nella nostra nuova vita. Dio, nostro Sposo, è sempre al nostro fianco e ci dona il Suo amore (lo Spirito Santo) per plasmarci, ma Egli nulla può di fronte a chi non desidera essere plasmato. Se ci impuntiamo ostinatamente non potremo mai comportarci da sposa, pur essendolo per nuova nascita. È triste osservare una sposa che va per conto proprio o che approfitta della sua posizione per vantaggi personali. Di fatto è come sposarsi per interesse.
  • Ecco perché Paolo nel brano di riferimento invita prima a spogliarsi della condotta dell’uomo vecchio (v. 22), e poi a rivestire il nuovo. Ma è ovvio che il passaggio avviene tramite il rinnovamento dello spirito della nostra mente. Dobbiamo rinunciare alla vecchia mentalità, modo di fare, modo di pensare per abbracciare il pensiero di Dio. Questo è un processo continuo, che dura tutta l’esistenza terrena. Ma più vi aderiamo e più sarà facile, perché così facendo acquisiamo nuove abitudini, quelle conformi a Cristo, e tutto ci verrà più naturale.
  • Osservare una coppia sposata da tempo ci permette di verificare se il processo di crescita e di cambio abitudini è stato fatto da subito o meno. La durata in anni del matrimonio non è garanzia di unità vera. A primo impatto si capisce subito se una coppia di lunga data è affiatata e unita oppure no. Lo stesso vale nel nostro rapporto con Dio, quindi dobbiamo stare attenti a non irrigidirci nelle nostre posizioni! Altrimenti le persone vedranno una sposa acida, non innamorata e dolce. Due persone che crescono insieme finiscono per somigliarsi nei gesti e nei comportamenti. Vogliamo dunque somigliare a Cristo? O vogliamo rimanere arroccati sulle nostre vecchie abitudini?
  • Se trascuriamo questa esortazione e lasciamo passare il tempo, diventerà sempre più difficile cambiare abitudini, un po’ come cercare di piegare un albero adulto. Il legno negli anni si indurisce e ciò che sembra facile quando l’albero è giovane, ora richiede più sforzo. Anzi: spesso è necessaria una totale spezzatura.
  • L’uomo nuovo esiste già ed è creato «secondo Dio». Katà theòn dice il testo, che significa «a immagine di Dio». Egli ci ha creati perché fossimo Suoi e ha impresso la Sua immagine in noi. Deturpata dal peccato originale, essa è stata ripristinata dalla nuova nascita e deve essere mantenuta con le scelte in Cristo.
  • Notiamo inoltre che «uomo nuovo» in greco è kainos anthropos. Kainos non è il termine ordinario per indicare nuovo, che più comunemente è invece neos. Kainos sgnifica soprattutto straordinario. Paolo ci sta dicendo che questa novità non è un banale restyling, ma una natura diversa e sorprendente!
  • Le caratteristiche salienti di questo uomo nuovo sono la sua giustizia e santità. Sono tratti genetici impressi da Dio stesso. Li mostriamo in modo evidente solo quando rinunciamo alla nostra mentalità per abbracciare la verità di Cristo. Altrimenti, essi rimangono sopiti e nascosti sotto la coltre della vecchia condotta carnale.

103_3“In Cristo, io sono una nuova creazione (2 Cor 5,17)”