Catechesi – L’EDIFICIO DI DIO

“Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo.”  (1 Pietro 2, 4-5)

  • Ai tempi di Pietro e per molti secoli dopo, il principale sistema costruttivo era la muratura. Che sia formata da blocchi di pietra, da mattoni cotti o crudi, da ciottoli e sassi grezzi, essa ha una caratteristica fondamentale: è formata da singoli elementi assemblati fra loro. Ovvio, potremo dire. Ovvio sì, ma non banale. Perché è Dio che ha ispirato a Pietro questo paragone. Pietro era un pescatore, non un muratore o un carpentiere. Eppure scrive di un’analogia molto fine che solo un Sapiente Architetto come Dio poteva conoscere.
  • Oggi noi siamo abituati a costruzioni molto diverse da quelle tradizionali: il cemento armato, l’acciaio, il legno lamellare la fanno da padrone. Sono strutture più innovative rispetto alla muratura; ma nessuna di loro rappresenta il funzionamento della chiesa di Dio tanto bene quanto i cari vecchi muri! Per capire, dobbiamo attingere ad alcune semplici considerazioni tecniche.
  • Una struttura in cemento armato è un tutt’uno: non sono distinguibili singoli tasselli come in un muro tradizionale. Che si tratti di blocchi di pietra o di mattoni, ogni tassello è unico; ma quando entra a far parte di un muro non è più separabile dagli altri, perché è legato con malta, che lo fissa nella sua specifica e unica posizione. I tasselli murati insieme danno un colpo d’occhio d’uniformità, ma nessuno di essi è uguale all’altro, pur essendo fatti dello stesso materiale. Ci vuole tempo per costruire un muro, perché i tasselli vengono disposti secondo una precisa regola, volta a rendere il muro solido e resistente. È la tecnica dell’assemblaggio, cioè di come vengono apparecchiati i tasselli l’uno rispetto all’altro; essa può essere esteticamente diversa a seconda delle aree geografiche, ma risponde sempre a dei a principi base immutabili. Non seguirli significa compromettere la stabilità del muro.
  • Quello che abbiamo appena descritto è l’analogia della chiesa di Cristo, corpo mistico. È formata da singoli individui (tasselli) unici e irripetibili, diversi eppure fatti della stessa natura divina (materiale), perché figli dello stesso Padre. Ogni figlio/a di Dio ha un posto specifico nella chiesa; quando tutti sono murati insieme non sono più facilmente separabili, pena il crollo totale o parziale della costruzione. Ogni piccola chiesa (cenacolo, parrocchia, gruppo di preghiera) ha le sue specificità, la propria «tecnica di assemblaggio», che esercita nel suo peculiare carisma; ma tutte devono sempre fare riferimento ai principi eterni ed immutabili della Parola di Dio, per essere edificate stabilmente.
  • Ricordiamoci sempre che noi siamo diventati pietre vive per grazia di Dio. Prima di venire rigenerati dall’Alto, la nostra natura (cioè il nostro «materiale») non era adatta alla costruzione. Nessuno costruisce case con la sabbia o con la carta. Il Signore mostra la Sua onnipotenza perché è riuscito a trasformare la carta in pietra! Ora siamo pietre e questo non può più cambiare. Ma dobbiamo accogliere la responsabilità per ciò che siamo diventati. Essere pietre vive e rifiutarsi di venire impiegate per la costruzione della chiesa di Dio è uno spregio e uno spreco di grazia.
  • Il solido muro della chiesa viene realizzato usando noi tasselli, ma il progetto è tutto di Dio! Il Padre è l’architetto e anche il costruttore. È la Sua volontà che si compie, è Lui che sceglie e dispone i tasselli come più opportuno, pur non contravvenendo mai alla Sua Parola. Inoltre Dio non costruisce «a secco», cioè semplicemente accostando le pietre tra loro. Usa la migliore malta possibile: lo Spirito Santo! La malta è il collante del muro, impedisce che le pietre scorrano tra loro e le tiene unite.
  • Ma la costruzione del Padre non poteva iniziare finché non era stato selezionato e scelto il pezzo più importante: il fondamento. È la pietra angolare, Gesù! Non esiste chiesa senza Cristo, perché Lui è il capo e noi siamo il resto del Suo corpo. Senza Gesù, possiamo anche riunirci insieme, ma non costituiamo un muro, bensì solo una catasta di pietre poste alla rinfusa.
  • Guardando un muro ben costruito possiamo capire il rapporto che lega Gesù al resto della costruzione, e anche quali siano i legami tra i vari tasselli. Come prima cosa, osserviamo che tutto il peso della costruzione è sostenuto da Gesù. Non può essere altrimenti perché solo Lui ha le qualità per resistere! Solo Cristo ha compiuto l’opera perfetta di salvezza, quella che nessun altro uomo poteva compiere. Su questa solida base di riscatto, siamo resi liberi di servire Dio costruendo il Suo regno.
  • Sopra la prima pietra, Gesù, vengono disposti a strati i vari tasselli. Le pietre delle file più basse sono più vicine al basamento Gesù, ma hanno in carico le file soprastanti! Si tratta dei credenti posti in autorità. Essi sono innestati in Cristo da lunga data, hanno maggiore responsabilità, si occupano dei piccoli e dei neo convertiti. Invece le pietre appartenenti ad una medesima fila sono fratelli e sorelle di «pari grado». Tra loro non c’è rapporto di autorità, ma pur sempre connessione e alleanza.
  • Il paragone del muro ci conferma un’importante verità del Regno: i più “grandi” sono quelli più vicini a terra, quelli più schiacciati, i più umili! A partire dal più grande di tutti, Gesù. Non c’è nessuno più in basso di Lui nella costruzione, eppure Egli sostiene tutti! Non dimentichiamoci infatti che i tasselli dell file più basse, anche se maggiormente gravati, sono pur sempre sostenuti da Gesù, e scaricano ogni peso su di Lui.
  • Purtroppo, molti iniziano a costruire senza Gesù, anche tra i credenti, finendo inevitabilmente al disastro. C’è chi si propone come basamento, e viene compresso da un peso che solo Dio può sostenere; oppure c’è chi assembla a caso altre persone per poi sistemarsi al di sopra di esse, schiacciandole. In entrambi i casi, il muro crolla, e tutti rovinano a terra. È superbia e falsa umiltà cercare di fare queste cose.
  • Il crollo di un muro può accadere per cause intrinseche (crolla da solo perché edificato male, come i casi suddetti) oppure a seguito di una sollecitazione esterna come un terremoto. L’edificio costruito da Dio è stabile, perché è costruito con le Sue regole; ma Dio permette comunque che esso venga investito dai terremoti, che rappresentano le prove.
  • Il terremoto non fa altro che rivelare le zone fragili della costruzione. Noi tasselli siamo pietre vive, e se facciamo scelte sbagliate introduciamo falle e sconnessioni nel muro. Esse non sono visibili ad occhio nudo, ma Dio le conosce bene. Se le falle sono state introdotte dalle pietre in autorità, cioè quelle delle file in basso, il crollo durante il terremoto sarà devastante, e coinvolgerà tutti quelli delle file soprastanti. Ecco perché, quando cade un parroco o un responsabile di comunità, tutto il gregge ne risente…
  • In questa vita, abbiamo solo una certezza: il basamento non crollerà mai. Accogliamo l’invito di Pietro e stringiamoci a Gesù, unica speranza di salvezza.

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