Catechesi – IL TRIBUTO DI SANGUE A MOLOCH

“Non lascerai passare alcuno dei tuoi figli a Moloch e non profanerai il nome del tuo Dio. Io sono il Signore.”(Levitico 18, 21)

  • Il levitico 18 è un capitolo molto importante e denso di istruzioni su questioni delicate. Descrive infatti molte pratiche abominevoli in uso presso i popoli pagani. Il Signore sta istruendo Israele prima che raggiunga la terra promessa, e dice loro di non commettere queste pratiche perché è a causa di esse che i popoli di Canaan verranno scacciati dalla loro terra. Essi hanno inquinato il suolo con le loro abitudini e ora la terra stessa li caccia.
  • Tra i vari abomini, molti dei quali di natura sessuale, ce n’è anche uno che fa riferimento alla pratica di sacrificare i figli a Moloch. Si trattava di una divinità comune a tutti i popoli pagani dell’epoca, chiamata in modi diversi, ma sempre esigente un sacrificio cruento: quello dei figli. I Cananei, nello specifico, esercitavano questo orrendo culto nella Geenna (una valletta a sud del monte Sion).
  • Questi dettagli sono importanti. Gesù stesso nomina la Geenna come luogo simbolo del “pianto e stridore di denti”. Si tratta di un luogo da sempre considerato infimo, usato come discarica ai tempi di Gesù, oggi è uno dei quartieri più poveri di Gerusalemme.
  • La Geenna è il luogo dell’abominio perché è il luogo dell’incompletezza. Geograficamente sta ai piedi del monte Sion senza mai poterlo raggiungere; spiritualmente rappresenta la condizione di chi sguazza nell’inganno e nella morte senza mai poter arrivare al riposo di Dio.
  • Anche noi consideriamo orrendo il solo pensiero di sacrificare i bambini ad una divinità. Ma… siamo così diversi oggi? Pensiamo all’aborto… Ecco perché il Signore mette in guardia Israele (e il Suo popolo di ogni tempo) avvertendolo di non compiere anch’esso tali abomini.
  • I sacrifici offerti a Moloch erano abominevoli ma erano la conseguenza di un peccato grave cioè l’idolatria. Questo spiega perché il versetto esorti a non profanare il nome di Dio. Nell’originale ebraico è proprio riportato il tetragramma YHWH, per sottolineare che non c’è nessun Dio al di fuori di Lui. Qualunque altro dio è falso.
  • Noi cristiani tendiamo a sottovalutare il problema dell’idolatria. Lo vediamo chiaramente nelle false religioni tipo induismo e buddismo, e pensiamo di esserne immuni. Nessuno di noi si prostrerebbe davanti ad una statua. O si? In tanti modi purtroppo anche i cristiani hanno ceduto all’idolatria delle immagini sacre. E questo è solo un esempio. Il rischio di essere idolatri non va mai sottovalutato, perché possiamo idolatrare un’idea, un dono di Dio, una persona. Piccolo o grande che sia, l’idolo non va mai ignorato, perché porta a conseguenze nefaste.
  • Infatti ogni culto esige dei sacrifici. Che si tratti del culto lecito a Dio o di quello illecito degli idoli, prima o poi qualcosa o qualcuno verrà sacrificato.
  • Ma… c’è una differenza abissale tra adorare Dio e adorare gli idoli, e questa differenza la si riscontra proprio nei sacrifici e nelle conseguenze che portano.
  • Consideriamo il nostro amato Dio. Ci hanno erroneamente insegnato che il Signore chiede sempre fioretti e sacrifici, e molti si allontanano da Lui a causa di falsità. Immaginano che la vita cristiana sia misera e infelice. Ma Dio è il Donatore per eccellenza! Anche quando chiede indietro un Suo dono, lo fa per ribenedirlo maggiormente. Non ci chiede mai di sacrificarGli qualcosa, ma di offrirGli noi stessi. Questo è il sacrificio a Lui gradito, che diventiamo “sacrifici viventi” (Rm 12,1). Dio vuole noi per amarci, non vuole opere per essere rabbonito.
  • Ma la cosa più importante è che tutto ciò che viene offerto a Dio è vivificato! Non c’è niente e nessuno che noi consegniamo a Lui che trovi rovina o morte. Mai. Anzi trova la vera vita!
  • Anche qualora Dio chieda la nostra vita fisica per testimoniarlo, da ciò scaturirà vita in pienezza. Pensiamo a quante conversioni ci sono state dopo il martirio di santi… e pensiamo a Gesù. L’offerta perfetta della Sua vita ha generato figli e figlie di Dio. Ma non è finita lì, perché Gesù è risorto! È primizia di coloro che sono morti. La resurrezione è il sigillo di garanzia di un culto reso a Dio, al vero Dio, il Vivente!
  • Per contro, ogni culto idolatrico porta alla morte. Ogni sacrificio offerto agli idoli è mortifero; sia per chi lo compie che per chi viene immolato. Non ci può essere vita né tantomeno resurrezione nell’idolatria.
  • Quanti sacrifici a Moloch sono stati fatti e vengono fatti tutt’ora. Anche l’idolo che più ci sembra innocuo chiede un tributo di sangue. È e sarà sempre così.
  • Per esempio pensiamo ad un padre che corre dietro all’idolo dei soldi. Quanto sangue versa dei propri figli che chiedono solo il suo affetto e la sua presenza. Oppure un insegnante che pretende la perfezione dai propri allievi: quanto sangue scaturisce da ognuno di essi. Dai migliori, perché si danneranno pur di mantenere standards assurdi; dai peggiori, perché affosseranno nella delusione e nella sconfitta. E gli esempi potrebbero continuare all’infinito…
  • La traduzione italiana parla di figli, ma il testo ebraico dice “il tuo seme”. Sia esso fisico o spirituale, è la nostra discendenza, quelli che siamo chiamati a servire ed amare, non a schiavizzare e sacrificare per i nostri interessi.
  • Tutto questo ci aiuti a non prendere mai alla leggera ogni esortazione del Signore riguardo agli idoli.

52_2