Cuori di pietra o di carne?

23Con ogni cura vigila sul cuore
perché da esso sgorga la vita.
(Proverbi 4, 20-23)

Fisiologicamente, dal cuore passa il sangue, che è vita; esso viene pompato da questo importante organo affinché ogni parte del corpo compia le proprie funzioni. Se il cuore è malato, tutto il corpo degenera. Se il cuore è ferito, il sangue, cioè la vita, si disperde all’esterno togliendo le forze. Se il nostro cuore è spezzato, siamo solo un morto ambulante.

Il nostro uomo vecchio è, per l’appunto, vecchio: non per età anagrafica, ma per ostinatezza, ferite, rancori. Ha già un piede nella fossa, ma si comporta ancora come se fosse fiorente e arzillo, e ci dà un sacco di problemi, perché vuol fare cose che non sarà mai capace a fare, come, ad esempio, amare. Senza rendercene conto, abbiamo passato tanto tempo, forse anni della nostra vita, a chiedere al Signore di guarire un morto. Abbiamo continuato a domandare la capacità di amare per il nostro cuore di pietra. Gesù non può esaudire questa preghiera, perché i cuori di pietra non amano! Perciò Egli aspetta. Verrà quando l’uomo vecchio è già morto e sepolto; arriverà quando sono già passati quattro giorni dal funerale e la puzza non può che confermare l’avvenuto decesso.

I morti non guariscono: risuscitano. I cuori di pietra non possono amare, ma quelli di carne sì.

Quando riconosciamo che non sappiamo né possiamo amare ed ammettiamo che non ce la faremo mai da soli, stiamo già deponendo nella bara l’uomo vecchio. E Gesù non tarderà ad arrivare.