Il Donatore

3Udii allora una voce potente che usciva dal trono:

“Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il “Dio-con-loro”.
4E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate”.

5E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”; e soggiunse: “Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci. (Apocalisse 21, 3-5)

Il Signore ci dona un cuore nuovo… ma non uno qualsiasi, bensì il Suo! Già questo è il Dono più grande che si possa avere, ma i Suoi doni non si fermano qui. Gesù è morto per darci tutto di sé, proprio come un donatore di organi. Ci ha dato il Suo Cuore per amare; ci ha dato le Sue cornee per vedere; ci ha dato tutto se stesso perché noi potessimo di nuovo camminare, guardare, sentire… vivere. E’ morto affinché noi vivessimo.

E non è finita qui: Gesù è risorto! Adesso, di nuovo vivo, continua a fare il donatore: ci provvede la vera vita con il Suo Sangue!Se Gesù ci avesse donato “solo” il Suo Cuore, senza darci anche la Vita del Suo Sangue, l’opera sarebbe stata compiuta a metà. Ecco perché Gesù specifica di essere “la Resurrezione e la Vita”!

Per capire tutto questo, facciamo un paragone.

Operare la resurrezione senza la vita è come trapiantare un cuore sano in un paziente con setticemia. L’organo del donatore è perfettamente funzionante, ma il sangue del ricevente è infetto. Il paziente morirà di infezione anche se ha un cuore nuovo!

Al contrario, donare la vita senza la resurrezione è come fare continue trasfusioni su un cardiopatico. Il sangue donato è sano, ma il paziente è comunque a rischio infarto perché il suo cuore non funziona correttamente.

Il Signore non fa mai le cose a metà: Gesù provvede a donarci sia cuore che sangue nuovi, e ci risana completamente! Da ciò comprendiamo il valore dell’Eucarestia sotto le due specie. Nell’Ultima Cena, Gesù dona ai discepoli il Suo corpo ed il Suo sangue, nascosti sotto le spoglie del pane e del vino. Entrambi sono necessari alla costruzione ed al sostentamento della Chiesa, non possono essere separati, non si può fare a meno dell’uno o dell’altro.

22Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. 23Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse: “Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti. (Marco 14, 22-24)

Gesù, il perfetto Donatore, ci ha regalato una nuova vita da vivere: siamo dei veri miracolati! Nessun altro avrebbe mai potuto fare tanto per noi. Non abbiamo meritato questa grazia, ma qui il merito non c’entra. Avevamo bisogno di un cuore nuovo e e di una vita nuova: Dio ha provveduto, e l’ha fatto solo per amore.