Perfetta letizia

2Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, 3sapendo che la prova della vostra fede produce la pazienza. 4E la pazienza completi l’opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla. (Giacomo 1, 2-4)

La prova della nostra fede produce pazienza. Noi consideriamo l’avere pazienza come un essere serafici e arrendevoli di fronte alle provocazioni degli altri, ma non è questo il senso. La pazienza è il saper aspettare Dio. Non certo perché Egli sia in ritardo, anche se spesso a noi sembra proprio così: “Quando avverrà questo? Cosa ne è stato della promessa? Quando potrò vedere i risultati delle mie preghiere?”. Questi pensieri vanno scacciati. La pazienza si nutre di fede perché ci insegna ad avere totale fiducia in Dio e nel percorso che Egli ha pensato per noi e per gli altri.

La pazienza non è solo l’attesa, ma la perseveranza e la fede. La pazienza è credere e crescere, perché ci si fortifica nello stare con Me dove non si vuole e solo perché si sceglie Me. Paziente è chi guarda a Dio e non alle circostanze e si fida di Lui. Pazienza è anche sofferenza, perché si loda e si ama non nel piacere ma dove e come si può.

L’etimologia di pazienza deriva dal verbo latino “patior”, sopportare, patire. Quindi la nostra fede cresce e si purifica con le prove, con quello che soffriamo, e ci rende ubbidienti, come Gesù:

8pur essendo Figlio, imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patì  (Ebrei 5, 8)

Ci sembra impossibile che anche Gesù abbia dovuto imparare l’obbedienza, ma in effetti la Bibbia dice proprio così. Quanto più noi! Imparare l’obbedienza non è solo un vuoto e formale adempiere dei precetti (anche i farisei lo facevano, senz’altro meglio di noi) ma è disporre il nostro cuore e la nostra volontà arrendendoli a Dio.