Catechesi – ORO, INCENSO E MIRRA

“Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.” (Matteo 2, 11)

  • I re magi giungono a riconoscere in quel piccolo bambino (paidion) il messia tanto atteso, il re dei Giudei (Mt 2, 2). Eppure non appartengono al popolo di Israele.
  • I magi sono i primi pagani che si convertono alla fede nel Cristo. Non hanno dubbi, il Signore ha guidato i loro passi nella sapienza perché tramite i segni astronomici (la stella) riconoscano Dio fatto uomo.
  • Sembra incredibile che alcune persone non appartenenti al popolo giudeo abbiano saputo riconoscere il messia già da neonato… mentre quanti giudei non hanno riconosciuto Gesù a 30 anni mentre predicava, guariva e cacciava i demoni?
  • Tutto dipende da come si guarda. Se si vuol davvero vedere Dio, lo si riconoscerà in ogni cosa, anche la più piccola. Ma se non lo si vuol vedere, nemmeno un morto risuscitato può convincere un cuore indurito (vedere parabola del ricco epulone).
  • L’adorazione dei Magi scaturisce da ciò che essi vedono, anche se si tratta di una normalissima scena domestica: una madre col suo bambino. Eppure anche noi nell’adorazione eucaristica, vediamo un semplice pezzo di pane. Il segreto non è in ciò che vedono gli occhi, ma in ciò che vede il cuore…
  • Prostratisi LO adorarono. I magi non confondono la creatura con il Creatore. Per quanto pia e santa, Maria non deve essere adorata o equiparata a Dio.
  • Prostrarsi ed adorare sono due verbi (pipto e proskyneo) che indicano un coinvolgimento molto forte. Vogliono dire “cadere sulle proprie ginocchia” e “baciare verso”. Non è un’adorazione formale o scialba, ma un gesto che coinvolge l’intera persona, corpo anima e spirito. E la nostra adorazione com’è…?
  • E poi gli scrigni. Il termine esatto è thesauron, cioè tesoro, inteso come grande quantità. Non piccole scatolette, ma casse portate dalla carovana. Chi ama “spreca”, nel senso che dà tutto quello che ha. Non bada a spese, non fa conti, non serba per sé nulla.
  • I doni portati dai Magi sono utili e simbolici. Utili, perché hanno un riscontro pratico per la famiglia di Nazareth, che di lì a poco deve rapidamente fuggire in Egitto.
  • Simbolici perché l’adorazione e l’offerta di doni sono sempre guidati dallo Spirito. In particolare:
    • L’ORO è simbolo di regalità, Gesù è il Re dei re;
    • L’INCENSO è simbolo di santità, Gesù è Dio ed è anche il Sommo sacerdote eterno;
    • La MIRRA è simbolo di umanità, usata per imbalsamare i morti. Gesù è vero uomo oltre che vero Dio, autentico portavoce del Padre. I Magi con questo dono ne annunciano profeticamente la morte…

catechesi1_2

  • Ma che utilità ha nella nostra vita sapere la simbologia di questi doni?
  • Per capirlo dobbiamo confrontarci con 1 Pt 2,9:“Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce.”
  • In Cristo, grazie al battesimo, siamo re, profeti e sacerdoti. Come Gesù lo è sommamente, essendo capo; noi, come corpo di Cristo, lo siamo in Lui e grazie a Lui.
  • I doni che i Magi hanno portato a Gesù bambino sono gli stessi che ogni figlio di Dio riceve spiritualmente nel battesimo. SI chiamano virtù teologali, perché ci parlano di Dio e ci aiutano a rapportarci con Lui.
  • L’Oro è la nostra fede. E’ un dono che ci porta a conoscere Dio e tramite essa abbiamo accesso a tutti i tesori del Regno e all’autorità regale del Nome di Gesù;
  • L’Incenso è la speranza. Questo dono è di congiunzione tra gli altri due, proprio come i sacerdoti stanno tra il popolo e Dio ed elevano l’incenso e le loro preghiere in favore di se stessi e di coloro per cui pregano. Indica la santità, cioè l’essere separati, messi da parte per Dio e per l’intercessione.
  • La mirra è la carità. E’ la manifestazione più concreta e tangibile del nostro rapporto con Dio che si manifesta nell’amore agli altri. E’ ciò che ci rende pienamente umani, cioè pienamente simili al vero Uomo, Gesù. La carità si concretizza nella Verità, e porta a morire a se stessi, come accade ad ogni vero profeta di Dio.

catechesi1_3

  • Nel testo greco, incenso si dice “libanos” mentre mirra si dice “smyrnan”. Questi due termini hanno dato origine a Libano e Smirne (città dell’Asia minore), perché la principale provenienza di queste resine è proprio di questi luoghi. Questo ci interessa perché…
    • Il Libano ci fa subito pensare alla sposa del Cantico dei Cantici, che simboleggia la sposa di Dio, la Chiesa. Il rapporto sponsale con Dio si costruisce sul dialogo con Lui tramite principalmente la preghiera.
    • Smirne è una delle sette chiese di Apocalisse. E’ la chiesa nella tribolazione, destinata ad intensificarsi. Gesù chiede a questa chiesa di essere fedele fino alla morte, ricordandole che Lui è Colui che era morto ed è tornato in vita!