Resistere all’Amore

17Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?”. 18Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre”.

20Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”.21Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”. 22Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. (Marco 10, 17-22)

Il protagonista di questo episodio, che il vangelo di Marco definisce “un tale”, non ha nome perché nessuno può trovare la sua vera identità se non segue Dio. Eppure la sua ricerca sembra sincera. Saputo che Gesù sta arrivando, Gli corre incontro, Gli si getta ai piedi. Quest’uomo va da Gesù perché ha un disagio: cerca di fare il possibile da anni, sforzandosi di essere perfetto, ma sente che qualcosa gli manca, e quel qualcosa è proprio il suo cuore. La vera perfezione risiede nell’amore, non nell’eseguire i comandamenti come fossero performances!

Il cuore di quest’uomo è letteralmente a pezzi. Non tanto perché sia stato ferito (la Scrittura non lo dice), ma perché egli lo ha seminato in giro, sparpagliandolo tra ricchezze materiali ed affettive. Il vero problema di quest’uomo è l’idolatria!

Interrogato sui comandamenti, risponde di averli osservati fin dalla giovinezza. Ma Gesù ne nomina solo alcuni, volutamente omettendo quello più importante: “amerai il Signore Dio tuo sopra ogni cosa”! Non ha senso osservare gli altri comandamenti se non ci si fonda sul primo, ed è proprio qui che il giovane ricco inciampa. Quando Dio in persona gli chiede di amarLo sopra tutto, “il tale” se ne va via triste. I pezzi del suo cuore sono già occupati da altrettanti idoli!

L’uomo non doveva fare altro che recuperare questi pezzi e darli a Gesù. Solo così gli idoli sarebbero crollati. Il suo iniziale disagio si trasforma in tristezza, e non può essere altrimenti, perché Gesù è la Gioia e lontano da Lui c’è solo sconforto e disperazione.

L’incontro tra Gesù e il giovane ricco potrebbe essere intitolato: la mancata risposta all’amore, perché lo sbaglio dell’uomo è stato quello di non aver accettato l’amore di Gesù. Amava i suoi idoli più di quanto amasse Dio, e non era disposto a fare a cambio. Era attento a non infrangere i comandamenti e poi si è perso la cosa più preziosa, cioè una vera relazione d’amore con Dio. Se ne è andato via triste, non tanto per le ricchezze materiali, ma perché non ha voluto donare a Gesù la cosa più preziosa che aveva, cioè il suo cuore.

Gesù propone al giovane ricco di vendere tutto e poi seguirLo; è una richiesta molto forte, ma non è una sfida. Sta scritto infatti che Gesù, prima di chiedere quel gesto estremo al giovane, “lo amò” (Mc 10,21). Quindi Gesù non sta testando il coraggio dell’uomo, ma sta sollecitando la risposta all’amore che Egli dona per primo! Lasciare tutto non è un peso quando si è innamorati, perché ciò che si desidera di più è stare con l’amato/a.

Il Signore fa sempre il primo passo, perché Lui è Amore. Ci ama da quando ancora non esistevamo. Ci corteggia perché desidera ardentemente che noi rispondiamo “sì”, abbandonandoci al Suo abbraccio. Sa che corre il rischio di essere rifiutato, ma il Suo amore non fa calcoli.