Un dono per te – un cuore che geme

  • il cuore di Gesù (che è il corpo mistico) è salito al cielo. Filtra la luce di Dio, condotta fino alla terra. Essa, troppo accecante senza tale filtro, dà vita alla chiesa che prega. Tale chiesa veicola la luce con l’evangelizzazione, la testimonianza, l’annuncio della Vita vera in Cristo. Tutte le anime presenti nel corpo mistico vivono di questa luce e godono della Presenza di Dio completamente. La luce esce fuori da loro e il loro portare frutto è nel mostrare tale luce al mondo.

L’uomo rinnovato vive di Cristo, cammina alto nello Spirito e compie il suo percorso sulla terra pensando solo alle cose di lassù. Il suo compito è evangelizzare e pregare. Tutto il resto è in sovrappiù. Vive in perfetta comunione con i membri del corpo mistico e la lode è sempre nella sua bocca.

Essere di Cristo significa staccarsi da terra e contemplare il Signore: è Lui che ci dà le risposte e le indicazioni su cosa fare ogni giorno, mostrandoci per chi pregare e come agire con gli altri e con le prove della vita. L’uomo in Cristo è un pellegrino sulla terra, che non è la sua vera dimora e, in realtà, egli non poggia neppure i suoi piedi sul suolo: è il Signore che lo solleva dalle cose del mondo, lo innalza e lo conduce a Sé. È nel mondo, ma non del mondo. Il Signore mostra al credente il mondo da un’altra altezza: ecco perché non bisogna temere alcun male. Nulla può ferirci, visto che Dio ci ha tolto dal mondo, regno del nemico. Dio ci custodisce fin dal momento della nostra chiamata e non permette (se rimaniamo in Lui) che neppure un nostro osso ci venga rotto. La nostra vita è nelle Sue mani sante, e dalla posizione in cui ci ha portato non può succederci nulla di male.

Il credente vede la vita da due punti di vista: quello di Dio e quello della carne. Con il libero arbitrio, può infatti scendere nella mente alla visione “vecchia” delle cose del mondo e sperimentare di nuovo le delusioni, le frustrazioni che provano tutti coloro che non conoscono la luce vera. Questa visione crea un dolore infinito a quest’uomo e la pietà per i non convertiti in lui si fa grande. Non può non gridare il messaggio di salvezza, ma è costretto a tornare da solo al corpo mistico, se chi riceve l’annuncio non vuole seguirlo. Tutto il corpo mistico ne piange, perché ciascun credente conosce fino in fondo il patire che ha provato prima della chiamata e del suo sì.

La compassione è il sentimento da nutrire verso chi si rifiuta di credere. Non esistono altri stati d’animo da provare. Del resto, è lo stesso sentimento che ha provato Dio per l’umanità e che lo ha spinto a mandare suo Figlio sulla terra. Quindi il corpo mistico, con la compassione, prova per il peccatore lo stesso sentimento del Padre. Il corpo mistico riflette sentimenti, volontà e pensiero del Padre. Il cuore di Dio a cui appartiene è, infatti, inondato dallo Spirito Santo, che dà rivelazione ed esortazioni continue. Ecco perché il Signore ci dice di avere gli stessi sentimenti suoi per gli uomini e di essere come Lui.

Per essere nel cuore di Dio, l’uomo lo ha prima scelto, mortificando il proprio io. La sua salita verso il cielo è avvenuta gradualmente, perché spogliarsi dell’uomo vecchio è un percorso lungo, doloroso e pieno di imprevisti. Ma è proprio togliendo i vecchi vestiti che posso salire verso le cose di Dio! Dio mi vuole nudo, proprio come nel giorno in cui sono nato. La mia è, infatti, una seconda nascita. Non ho bisogno di nulla per salire a Lui, se non di perdere. Perdere le mie sicurezze, i miei calcoli, i miei affetti. Insomma, tutto ciò che reputo importante. Il Signore mi vuole nudo! Così come sono, capace di dire solo di sì!

Se dovessimo chiedere a Dio: “cosa devo fare per te e per conoscerti?” Dio risponderebbe soltanto: “dimmi di sì!” Sì alla sua Presenza (e non al tuo io), sì alla benedizione (e non alla maledizione), sì all’abbondanza, sì alla vita.

Ci lamentiamo sempre perché non abbiamo questo o quello, quando ci viene sempre offerto ben di più di sciocche cose umane. E tutto dipende solo da noi, dal nostro pronunciare quel benedetto sì.

È il sì a Dio che mi protegge dal nemico e mi garantisce in ogni momento il Suo santo aiuto. Dire di sì significa progredire in Lui, staccarsi dal mondo, battere nel suo Cuore e non più solo nel nostro, sperimentare la pace e la vera abbondanza… per sempre. Un sì e la mia vita cambia per sempre. Un sì e non ci sono più io ad agire, ma Dio in me. Un sì e trovo il tesoro più grande, e vedo intorno a me tesori che i miei occhi non riuscivano neppure a percepire prima. Scegliere Dio è scegliere l’abbondanza, la soddisfazione, la Verità. Vale la pena farlo, superando quel momento di morte del nostro io.

* Giovanni 11, 38-44 (resurrezione di Lazzaro)