Abramo, amico di Dio

Perché Abramo si è guadagnato l’appellativo di “amico di Dio”? La risposta si trova nelle vicende del patriarca narrate in Genesi, riassunte così da Giacomo:

 21Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull’altare? 22Vedi che la fede cooperava con le opere di lui, e che per le opere quella fede divenne perfetta 23e si compì la Scrittura che dice: E Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato a giustizia, e fu chiamato amico di Dio. 24Vedete che l’uomo viene giustificato in base alle opere e non soltanto in base alla fede. (Giacomo 2, 21-24)

Abramo fu chiamato amico di Dio dopo aver offerto Isacco: la prova della sua fede. Però il passo dell’Antico Testamento a cui Giacomo fa riferimento (v.23) riguarda un episodio accaduto molto prima del sacrificio di Isacco: la promessa di un erede. La crescita della fede è infatti un percorso a tappe.

3Soggiunse Abram: “Ecco a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede”. 4Ed ecco gli fu rivolta questa parola dal Signore: “Non costui sarà il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede”. 5Poi lo condusse fuori e gli disse: “Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle” e soggiunse: “Tale sarà la tua discendenza”. 6Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia. (Genesi 15, 3-7)

Abramo ha, per prima cosa, fatto un passo importante: ha creduto alla promessa datagli dal Signore. Non è poco! Avrebbe potuto dubitare, viste le circostanze. Ma la sua fiducia è ben riposta ed infatti, dopo molti anni, Sara partorisce Isacco (Genesi 21). Fin qui, anche se tra qualche titubanza (Gen. 17, 17), la fede di Abramo è rimasta salda; è stata purificata dall’attesa lunga e paziente, ma non è ancora giunta a piena maturazione, perché non è stata messa alla prova.

L’occasione si presenta con la nota richiesta che Dio gli fa, di sacrificare Isacco al Moria. Solo allora la fede di Abramo supera veramente la prova, e solo allora egli può essere chiamato amico di Dio.

Molti di noi considererebbero già una fede salda quella che ha consentito ad Abramo di aspettare per decenni il compiersi di una promessa. Ma la fede è veramente grande solo quando crede all’impossibile, non all’improbabile!

Tutti questi passaggi che Abramo ha affrontato aspettano anche noi, se lo vogliamo; essi rappresentano il processo di raffinazione della nostra fede e, in parallelo, il crescere della nostra relazione con Dio. Non c’è vera amicizia tra due persone se una delle due è infedele, cioè sparge al vento i più intimi segreti. Il Signore è fedele, è una delle Sue caratteristiche; noi invece potremmo non esserlo. Ci piace stare con il Signore, ma se le cose vanno male, potremmo tradirlo. Ecco perché Dio mette alla prova la nostra fede; ciò serve a noi, per mostrarci cosa abbiamo nel cuore.

7Se intendi farti un amico, mettilo alla prova;
e non fidarti subito di lui.
8C’è infatti chi è amico quando gli fa comodo,
ma non resiste nel giorno della tua sventura.
(Siracide 6, 7-8)