ALFA E OMEGA

Pensiamo per un attimo a due cose molto umili: un giaciglio e una mangiatoia. Il primo è composto da tanta paglia. Si intravede ancora schiacciata la sagoma di una persona che ha riposato in quel luogo fino a poco tempo prima. Nonostante la semplicità dell’ambiente, tutto sembra paradossalmente accogliente. Vi si respira amore e intimità. Chi si è appena alzato ci appare familiare. Si sente tanto calore e nessuna solitudine. La mangiatoia è grande e accogliente. Anch’essa ci comunica la stessa sensazione di pace e di semplicità. Un cuore umile e sincero, un uomo semplice e puro. Bellezza che viene da dentro, sorriso che denota serenità e gioia di vivere. L’essenziale che è a portata di mano: fedeltà, ardore, semplicità. Questo sia il ritratto di ognuno di noi, qualsiasi cosa ci succeda o ci attenda. Cosa ci serve per vivere una vita degna di essere chiamata tale? Niente altro che un giaciglio e una mangiatoia. In che senso?

Ciascuno di noi ha bisogno di nutrimento per sopravvivere. Ed esso non è dato solo dall’alimentazione, ma anche dal Pane del cielo, Gesù, che è nato proprio in una mangiatoia. Per andare avanti, abbiamo urgente bisogno di questo cibo e di questa comunione, che avviene dopo aver spogliato noi stessi dagli orpelli della mondanità e dagli eccessi della nostra società. Non ci servono ristoranti lussuosi o cibi all’avanguardia, ma il Pane di Vita che è nel posto più umile del mondo, cioè in una semplice mangiatoia. Un pane di Verità e di purezza, che può trovarsi solo nella pace e nella modestia di un luogo isolato e lontano dalla folla. Nostro cibo è una Parola che ha bisogno del nostro silenzio e della nostra umiliazione, del nostro distacco dal mondo e della nostra volontà di cercarlo sopra ogni cosa. Il senso della vita è lì, in un’umile mangiatoia. Lì ciascuno si rechi, per attingere direttamente al cibo di Vita eterna, che dona sapienza e discernimento, pace e libertà, purezza e purificazione. Tutti i giorni con la nostra mente e il cuore rechiamoci a Betlemme e gustiamo di quanto ci serve per una vita abbondante e ricca. Lì ci trascini il nostro cuore. Lì culmini il nostro più intimo desiderio. Lì e solo lì si realizzi la nostra giornata. A Betlemme dobbiamo andare, per vivere davvero! E quel giaciglio? Chi ci è stato a dormire? Dove si trova adesso? Perché se ne è andato? Lì giaceva il nostro Salvatore Gesù. In un posto così scomodo, ma al tempo stesso protetto e delicato. Il nostro Salvatore è stato lì, a Gerusalemme, nel momento del suo calvario, della sua morte e resurrezione. Adesso anche noi ci troviamo in questo luogo, dove Lui ha pregato per noi, dove ha riposato, dove ci ha condotto. Il nostro Salvatore adesso non c’è più. Perché? Doveva andar via, trasferirsi da lì e precederci in altri luoghi. Il suo letto è ancora caldo, ne respiriamo ancora il profumo, ma Lui non c’è. Non c’è, ma è come se ci fosse. Un Consolatore al suo posto, una sicurezza palpabile e una pace interiore continua. Gesù è stato lì, ed è ancora tra noi. Qualcosa nel cuore ce lo indica con chiarezza. Gesù è ancora con noi e non se ne andrà mai. Noi lo abbiamo scelto e questo non ci verrà mai tolto. Noi abbiamo rinunciato agli agi e alle falsità per Lui. Siamo arrivati fin qui e abbiamo in questa pace la nostra ricompensa. Gesù è il punto di partenza e di arrivo nella nostra vita. Da Lui tutto comincia e tutto finisce. Da una mangiatoia a un giaciglio vuoto: questo è il Suo e il nostro cammino in Lui. Da Betlemme a Gerusalemme, insieme a Lui e per Lui. Seguire Lui ovunque. Vivere della sua Parola e del Suo insegnamento. Nutrirsi di Lui, mangiare il Suo pane, respirare la Sua semplicità e imparare ad assomigliargli. Questo sia lo scopo della nostra vita, questa sia per noi la felicità: una vita spesa a seguire il Salvatore. Benedizioni, pace, prosperità nello Spirito ci accompagneranno. Gioia, pienezza, Verità: questa è la nostra eredità e il nostro destino. Lì ci conduce il nostro Re.

Matteo 11, 25-26: In quel tempo Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te”.