Amare i nemici…

27Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. 29A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. 31Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 32Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 33E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. 36Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. 37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; 38date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.  (Luca 6, 27-38)

Le parole di Gesù tracciano il profilo del figlio di Dio, di colui che ama come Dio stesso ama. Finché non veniamo feriti o maltrattati, sembra facile amare i nemici; ma quando ci accade qualche situazione spiacevole causata da altri, ecco che quel comandamento diventa pesante e ci appare impossibile da applicare. Il fardello ci sembra ancor più insostenibile se a farci del male sono state le persone della nostra casa; siamo lacerati tra il dolore da un lato e il legame familiare dall’altro. Eppure i nemici non sono altro che persone molto bisognose di preghiera. Feriscono perché molto probabilmente sono state ferite a loro volta; non sanno amare perché non conoscono Gesù.

Siamo consapevoli che dobbiamo perdonare e benedire: lo facciamo, ma spesso il nostro cuore geme. Conosciamo il Signore, Lo amiamo e vogliamo fare tutto per Lui, ma dentro di noi siamo come paralizzati. Ogni occasione di incontro con il nostro “nemico” è una spina, ci fa sanguinare e ci ricorda tante cose che vorremmo dimenticare; i nostri sforzi malcelati per essere misericordiosi denunciano il nostro fallimento, perché sappiamo che stiamo facendo qualcosa non per amore, ma per dovere verso il Signore. Vogliamo amare, ma siamo impossibilitati a farlo e non sappiamo come uscirne.

La verità è che nessuno, tranne il Signore, può curare queste ferite interiori. Se non Lo lasciamo operare, le nostre piaghe ci condurranno alla morte per suppurazione. Gesù si fa vicino, ci medica col Suo balsamo e ci fascia. Si prende cura di noi.