AMORE AL VAGLIO

Quando si è innamorati tendiamo a desiderare il nostro compagno più di tutto, senza pensare che ciò sia un atto di egoismo e di soddisfazione personale. L’istinto spesso ci domina, e così non cresciamo nell’amare nel Signore quell’individuo. A volte una breve pausa di riflessione può essere necessaria per dare una svolta positiva a una relazione che Dio ha tanto a cuore di benedire.

Impariamo ad amare nel silenzio: cerchiamo prima di tutto il bene dell’altro, non mettiamoci al primo posto, non vogliamo prevaricarlo e possederlo, non desideriamo altro che la sua serenità.

Forse il Signore vuole che noi miglioriamo in questi aspetti prima di donarci la persona che amiamo come sposo: occorre imparare ad amarlo completamente nel Signore, e meno in noi stessi. Questo è a volte difficile, perché grande è l’amore che ci lega al nostro compagno, ma necessario, se vogliamo per lui e per noi la realizzazione del progetto di Dio nella coppia.

Per amare nel Signore c’è quindi bisogno di purificazione. Il quarto capitolo di Giacomo può esserci di grande aiuto nella meditazione.

* Giacomo 4, 1-3: 1Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che combattono nelle vostre membra? 2Bramate e non riuscite a possedere e uccidete; invidiate e non riuscite ad ottenere, combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; 3chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri.

Guardiamoci dentro e domandiamoci cosa c’è nel fondo del nostro cuore. Ancora forse c’è solo tanto desiderio. Ma Dio ha seminato l’amore in noi per una persona, non certo la brama, il voler stringere e possedere. Ciò non va bene e non può continuare. Perché? Perché il Signore ci ha fatto un dono, non certo ci ha resi proprietari di un bene. L’altro non sarà mai un nostro egoistico possesso, neanche nel matrimonio. Saremo uno nel Signore, ma oggi non possiamo vantare chissà quali diritti in Lui sull’altro.

Se al Signore chiediamo di possedere lo sposo, non otterremo nulla. Stiamo chiedendo male. Liberiamo il nostro cuore da ogni residuo di possesso e la nostra storia andrà a vele spiegate verso la giusta direzione.

In ciò si realizza la benedizione che il Signore intende regalarci.

* Giacomo 4, 4-6: 4Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. 5O forse pensate che la Scrittura dichiari invano: fino alla gelosia ci ama lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi? 6Ci dà anzi una grazia più grande; per questo dice: “Dio resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia”.

Se cerchiamo di vivere l’altra persona come un possesso, stiamo consegnando noi stessi al maligno. Questo avviene perché il nostro amore non è ancora purificato.

Ma Dio non permetterà questo, perché ci ama fino alla gelosia. Chi ha consacrato se stesso al Signore nell’anima, nella mente e nel corpo non deve temere: Lui ci difenderà anche dai nostri istinti, impedendo errori volti solo al proprio soddisfacimento personale.

* Giacomo 4, 7-10: 7Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi. 8Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Purificate le vostre mani, o peccatori, e santificate i vostri cuori, o irresoluti. 9Gemete sulla vostra miseria, fate lutto e piangete; il vostro riso si muti in lutto e la vostra allegria in tristezza. 10Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.

La soluzione a tutta questa situazione sta proprio nell’affidare, ancora una volta, la propria causa al Signore. Il nostro cuore di pietra è diventato di carne grazie a Dio: Egli ci ha amato e poi ci ha messo davanti la persona della nostra vita. Adesso il cuore può sciogliersi ancora vivendo del Suo amore, e non del nostro, per l’amato.

Occorre purificare le mani, affinché esse operino in Dio e non in noi stessi.

Più di tutto, bisogna poi santificare il cuore: i nostri sentimenti vanno messi all’altare ogni giorno. Questo sia il nostro sacrificio giornaliero. In ciò non dobbiamo essere irresoluti, cioè occorre avere la profonda convinzione di voler mettere tutto il nostro cuore nelle mani di Cristo, prima ancora di quelle del nostro sposo.

Più noi desideriamo amare e stare insieme al nostro compagno, più bisogna santificare il nostro cuore a Dio. Fidiamoci del Signore e crediamo con gioia che riceveremo il centuplo da tutto ciò. Esso consiste nel condividere nel Signore l’amore per un uomo.

Tutto passa per la consacrazione del cuore.

* Giacomo 4, 13-15: 13E ora a voi, che dite: “Oggi o domani andremo nella tal città e vi passeremo un anno e faremo affari e guadagni”, 14mentre non sapete cosa sarà domani! Ma che è mai la vostra vita? Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare. 15Dovreste dire invece: Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo o quello.

Dobbiamo smettere di giudicare il nostro tempo e di pensare che sia troppo lento o troppo difficile il percorso che il Signore intende offrirci. Dobbiamo solo fidarci di Dio e di quanto Lui vuole per noi. Noi avremo dal nostro domani, se da oggi sacrifichiamo il cuore a Gesù. Non preoccupiamoci e non facciamoci prendere dai dubbi.

È oggi che si costruiscono le basi per un matrimonio felice e per un’abbondanza che di nostro non deve avere nulla. Non siamo irresoluti, come forse, ancora oggi, siamo. Meditiamo su questo.