ASCOLTO DEL PROSSIMO

Dio ci chiede di vivere nel mondo. Cosa significa? Non che dobbiamo aver paura del prossimo, né che dobbiamo giudicarlo. Dobbiamo solo amarlo. Come? Ascoltandolo. Dio ci manda per il mondo ad evangelizzare, ma come possiamo farlo, se non guardiamo negli occhi ogni fratello, se non condividiamo con lui la giornata o la sofferenza, se non siamo a lui vicini?

Gesù spesso era a tavola con i peccatori. Lui, il Figlio di Dio, si era abbassato a tanto. Anzi, era sceso dal cielo proprio per loro. Vogliamo noi essere da meno del nostro Maestro? Vogliamo voltare le spalle a chi è più bisognoso? Siamo così sicuri di essere poi tanto superiori a quelli che facciamo fatica ad avvicinare?

Ogni resistenza va abbandonata: è Dio a volerlo, perché ha bisogno del nostro servizio. Cosa dobbiamo fare?

Ascoltare cosa è l’altro, per vedere e valutare in Dio il da farsi.

Bisogna ascoltare ciò che il mondo viene a dirci, prima di chiudere in malo modo una porta a chi sta forse cercando una parola di salvezza. Ascoltare è il passo necessario per poter condurre quell’anima dove Dio intende portarla. Tutti hanno il diritto di essere ascoltati, e il nostro compito è terminato già, se ci accorgiamo che la persona che abbiamo davanti non ha alcuna intenzione di comunicare con noi. Altrimenti, chi sta cercando la Verità troverà in noi un valido strumento per raggiungerla e per arrivare al Padre.

Ricordiamoci una cosa: anche se non veniamo ascoltati, il nostro non è mai un servizio vano. Come il servo a fine serata, infatti, portiamo sempre sotto la croce quanto facciamo al nostro Dio e in Lui proseguiamo il nostro cammino, certi che è Lui ad agire e non noi stessi.