Catechesi – PACE CON GLI ALTRI

“Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia” (Efesini 2, 14)

  • La pace vera ed autentica è possibile solo con Gesù. Pace con Dio, grazie al Suo sacrificio santo; pace in noi stessi, perché Egli è la nostra giustizia e ci spinge ad agire per il regno di Dio. Ma lo shalom del Signore si estende anche sui nostri rapporti con gli altri.
  • Non si tratta di buonismo o di compromesso, ma di un dono che solo in Gesù prende corpo, perché è proprio tramite il Suo corpo che Egli ha tolto di mezzo ogni inimicizia, ogni odio (ecthran, in greco).
  • Il versetto di riferimento parla di due tipi di popoli che, umanamente parlando, non potevano avere niente in comune: i giudei e i pagani. Noi cristiani, in maggioranza, discendiamo da popoli pagani (antichi romani, greci, barbari ecc.). Se Gesù non fosse morto in croce, noi non avremmo alcuna speranza di poter far parte delle promesse di Dio riservate ad Israele. E invece, il paradosso: sono pochi gli ebrei che riconoscono in Gesù il messia, mentre sono innumerevoli i popoli non ebrei che divengono eredi delle promesse di Yhwh!
  • Si diventa eredi se si ha una parentela fisica, oppure se il defunto ha lasciato specifiche clausole che permettono anche a perfetti estranei di diventare eredi. Ecco: noi apparteniamo alla seconda categoria di persone, mentre gli ebrei rappresentano i familiari del testatore. Ma un’eredità è un dono, non un obbligo. Anche chi ne ha diritto per nascita può comunque rinunciarvi. Purtroppo è quello che molti ebrei e anche molti pagani odierni scelgono di fare…
  • Dio è molto contento di farci dei doni, primo fra tutti quello della vita eterna, che è a nostra disposizione in Cristo fin da ora. Ma quello che maggiormente Gli preme è che tutti i Suoi figli, naturali o adottivi, siamo tra loro riconciliati. Ovvero, secondo l’etimologia del termine, siano di nuovo uniti. Siano una cosa sola insomma!
  • L’apertura di testamenti riserva spesso scene tristi e meschine. Gente che finisce per non parlarsi più, che intenta cause, che strepita e maledice perché misura con il contagocce quanti favori ha fatto al moribondo. Spesso la verità su alcune relazioni o parentele viene a galla proprio all’apertura del testamento, quando spunta qualche figlio illegittimo. Ma anche se il mondo è pieno di queste scene poco edificanti, non è così che Dio desidera che i Suoi eredi aprano il testamento di Gesù. Egli vorrebbe che ogni figlio, ebreo o pagano, venisse all’apertura del testamento pieno di amore e di ringraziamento per il sacrificio del Primogenito; non con cuore avido di benedizioni, anche se ci sono per tutti in abbondanza.
  • I figli naturali non dovrebbero sentirsi minacciati dalla presenza dei figli adottivi; e quelli adottivi non dovrebbero sentirsi indegni. Cosa significa? Che i giudei non devono presumere di avere diritto all’eredità per merito, e i pagani non devono pensare di esserne esclusi per demerito. L’eredità di Dio non si conquista, né si merita, né si compra. Si riceve: è un dono d’amore e di gratuità.
  • Tutti noi sappiamo che spesso non si ereditano solo crediti dai parenti, ma anche debiti. Invece noi non ereditiamo debiti o conti in rosso da Dio, anzi! Ci vengono condonati. Scopriamo infatti che non dobbiamo usare l’eredità che ci viene donata da Dio per saldare il nostro debito di peccato! Il debito è già saldato dalla croce. L’eredità è intatta e pronta per essere donata!
  • Fino alla morte di Gesù sulla croce, il rapporto dell’umanità con Dio era rotto e squilibrato, a causa del peccato originale. Gli uomini non facevano altro che accumulare debiti di peccato. Potevano fare periodiche espiazioni con i sacrifici animali al tempio, ma il problema si ripresentava perché non era eradicato.
  • Con la morte di Gesù tutto questo è risolto, una volta per sempre! Niente più sacrifici al tempio, che non esiste più. Niente più debiti incondonabili! L’eredità di Dio salda ogni nostro debito e supera ogni nostra più rosea aspettativa: abbiamo a disposizione ogni ricchezza spirituale!
  • Afferrando per fede questa verità e vivendola, come possiamo ancora arroccarci su divisioni, odii, invidie, discordie? Dio è la nostra pace, il nostro shalom che, ricordiamo, significa compiuto, terminato, saldato.  Significa anche avere soddisfazione, essere appagato, avere abbastanza. E’ proprio vero che dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la Grazia (Rm 5,20)!
  • La pace tra le persone regna quando finalmente si esauriscono le contese materiali o affettive. Da ciò capiamo perché la vera pace è possibile solo tramite Gesù. Perché in Lui abbiamo la totale restaurazione del rapporto con il Padre. Abbiamo piena accettazione e ogni benedizione. Tutto il resto… è sovrappiù!
  • Quando ognuno di noi arriva a capire il proprio valore in Cristo, la propria ricchezza, non può più invidiare i fratelli, degenerando in atteggiamenti omicidi (ovvero di odio) come invece accadde a Caino. Un Padre ama ogni suo figlio. Non li ama in modo uguale, ma in modo unico, che è molto, molto di più. Un Padre non fa scalette affettive, ma considera ogni figlio come pupilla del suo occhio.