Cosa significa per noi benedire il prossimo?

Cari fratelli, con insistenza lodiamo il Signore e la Sua creazione ogni giorno. Benediciamo per il dono della vita, che non è solo essere al mondo, ma vivere in Dio nella Verità e nella giusta direzione.

Noi abbiamo la vita due volte, perché respiriamo e vediamo la creazione con i nostri occhi, e perché abbiamo Dio dentro il nostro cuore.

Noi, vivi nel Signore, possiamo contemplare la vita nel mondo con le nostre possibilità e la vita in Dio dentro ogni creatura che incontriamo.

Fratelli, noi abbiamo il doppio di quanto possiedono molte persone, e dobbiamo esserne consapevoli e responsabili. Ciò ci dia la pace, e anche la soddisfazione di godere di un bene che abbiamo desiderato e scelto, e che Dio ci ha concesso. Per Amore e non per meriti, sia chiaro. Per il nostro bene e per quello di altri.

Ciò che noi vediamo è benedizione e contemplazione, pace e benessere. Il nostro occhio si fa occhio di Dio e noi viviamo in Lui nel nostro sguardo e nella luce che ammiriamo.

Fratelli, cerchiamo la luce quando guardiamo il mondo e il creato, e la troveremo.

Ogni persona che amiamo o che incontriamo possiede la luce di Dio in modi diversi, e noi possiamo benedirla, dal momento che benediciamo Dio in questa. Tutti gli uomini la possiedono, anche il peccatore più incallito e più lontano dalla giusta strada. Ecco perché il Signore ci dice:

* Matteo 5, 43-48: 43Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; 44ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, 45perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. 46Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

Perché dobbiamo benedire i nostri nemici? Perché, facendolo, benediciamo Dio, Luce, in loro. E diamo loro una possibilità: che la Potenza di Dio, che è Vita, li faccia uscire dalle tenebre.

Ma il nemico, chi è?

Non sempre è un uomo perduto, ma ha in sé un qualcosa che ci ostacola, che ci induce a un combattimento spirituale spesso doloroso. Il Signore ci chiede per lui benedizione, ogni volta che lo incontriamo e abbiamo a che fare con lui.

La benedizione spiana la strada alla luce e alla Verità, che è Dio stesso.

Essa rafforza il nostro nemico, che può essere in difficoltà solamente, e non un uomo cattivo per natura. Una persona talvolta è lontana dal Signore e nell’oscurità solo perché ha compiuto scelte sbagliate, perché ha delle ferite profonde e laceranti, rancori e iniquità che le varie benedizioni contribuiscono a lenire.

Pregare per i propri nemici ci permette di assistere alla più grande tra le conversioni. Nessuno è perduto finché c’è vita, e la benedizione è il modo più efficace per contribuire alla vita nel prossimo.

Benedire è dare la vita, per questo dobbiamo pregare e pregare benedicendo i nostri nemici, se desideriamo la loro salvezza dalle tenebre e dalle difficoltà. La nostra tentazione è quella di ignorare chi ci fa del male, invece Dio ci chiede di pregare per loro incessantemente.

Pregare, affinché la Vita scenda in loro con potenza. Più una preghiera ci costa sacrificio, più è preziosa agli occhi del Padre: è allora che il nostro io più recondito muore per la Vita vera, che è solo Dio.

Il Signore benedice la nostra giornata, e così la sua Vita arriva da chi ne ha più bisogno.

Benediciamo senza sosta, superiamo il nostro io e moltiplichiamo le preghiere per chi ci fa soffrire. Non facciamo più distinzioni di persone, ma amiamole tutte allo stesso modo.

* Giacomo 2, 1-4: 1Fratelli miei, non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria. 2Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. 3Se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: “Tu siediti qui comodamente”, e al povero dite: “Tu mettiti in piedi lì”, oppure: “Siediti qui ai piedi del mio sgabello”, 4non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi perversi?

Il Signore, con questo passo, vuole insegnarci una cosa molto importante. Non solo il fatto che non dobbiamo guardare gli abiti e l’apparenza esteriore del prossimo, ma soprattutto che non è cosa buona trattare le persone in base all’amore che noi proviamo per loro. Ecco quali sono i nostri favoritismi: pregare e benedire solo chi amiamo, con interesse personale. Invece, occorre amare tutti, non solo chi vogliamo noi.

* Giacomo 2, 5-7: 5Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano? 6Voi invece avete disprezzato il povero! Non sono forse i ricchi che vi tiranneggiano e vi trascinano davanti ai tribunali? 7Non sono essi che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi?

Fratelli, Dio ha scelto i poveri, quelli cioè che sono per noi più difficili da amare. Lo ha fatto perché vede ciò che noi nel nostro cuore non riusciamo neppure a scorgere. Ma possiamo farlo, se moriamo a noi stessi e guardiamo il prossimo con i Suoi occhi. Noi invece ci ostiniamo ad amare solo chi ci interessa, e cioè quel ricco che ci tiranneggia. È la persona che amiamo di più a diventare la nostra padrona: noi siamo come schiavi di fronte a lei, capaci solo di pronunciare un sì per ricevere affetto e attenzione.

* Giacomo 2, 8-13: 8Certo, se adempite il più importante dei comandamenti secondo la Scrittura: amerai il prossimo tuo come te stesso, fate bene; 9ma se fate distinzione di persone, commettete un peccato e siete accusati dalla legge come trasgressori. 10Poiché chiunque osservi tutta la legge, ma la trasgredisca anche in un punto solo, diventa colpevole di tutto; 11infatti colui che ha detto: Non commettere adulterio, ha detto anche: Non uccidere. Ora se tu non commetti adulterio, ma uccidi, ti rendi trasgressore della legge. 12Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà, perché 13il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia; la misericordia invece ha sempre la meglio nel giudizio.