ESSERE LA MANO DI DIO

Il nostro servizio può dichiararsi finito? Dopo aver predisposto tutto della giornata, dopo il nostro sì nel cuore, Dio ci chiede un’ultima cosa: le nostre mani. Per fare cosa? Per essere in Lui soltanto. Le nostre mani servono per rimanere in Lui e per scegliere, ogni volta, chi è a compiere un’azione, se noi stessi o Dio in noi.

Dopo aver donato al Signore cuore, corpo e volontà, adesso bisogna donare a Lui la nostra azione. Dobbiamo agire, in base a quanto sentiamo e non in base a ciò che crediamo. Pensiamo al servo: egli ha rinunciato a libertà, autonomia, affetti, ha fatto silenzio e ogni sua azione è un sì al padrone, non più al proprio io.

Ascoltare il prossimo, ascoltare il Signore e poi agire in Lui: queste sono le tappe del nostro percorso. La nostra azione sia esattamente specchio di quanto Dio ci ha detto, sia espressione concreta del rimanere in Lui. Questo sia una missione per noi.

Il Signore ci dice di tacere? La nostra azione sarà tacere. Il Signore ci dice di fare? La nostra azione sarà fare. E così via. Cosa dobbiamo fare, in definitiva? Ascoltare e ubbidire alla Sua voce. Dobbiamo donare a Lui le nostre mani mentre ascoltiamo il nostro vicino. Ciò potrà dare frutti di diverso tipo: esortazioni, silenzio o solo uno sguardo. Tutti gesti nel Signore.

Dio ci dona la Sua voce, noi doniamogli le nostre mani.