GESU’ INSEGNACI AD AMARE

* 1 Giovanni 2, 1-6: 1Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. 2Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. 3Da questo sappiamo d’averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. 4Chi dice: “Lo conosco” e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; 5ma chi osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. 6Chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come lui si è comportato.

Quando camminiamo con una persona in Cristo, ci troviamo ogni giorno a porci una domanda: lo amo in me stesso, o in Dio?

Il rapporto tra fidanzati o tra sposi sia basato su questa domanda. Se la risposta sarà: “lo amo in Dio”, continuiamo serenamente il nostro percorso di coppia. Se invece capiamo che molto del nostro egoismo è in questo rapporto, gridiamo a Dio di aiutarci a migliorare il tutto.

È molto facile scaricare sul nostro compagno di vita le nostre preoccupazioni, i nostri timori o le nostre ansie; è comune sfogare con lui la rabbia, la frustrazione o i desideri repressi. Ciò è un male e un pericolo. Dobbiamo esserne consapevoli. E abbiamo la soluzione a portata di mano: Gesù Cristo.

Lui è il nostro avvocato, a cui ci rivolgiamo per guarire e rendere nuovo il nostro rapporto di coppia. È la vittima di espiazione per noi, e da Lui apprendiamo un concetto importante per la vita di coppia: il sacrificio. Essere di Cristo significa in primo luogo salire con Lui sulla croce, e vedere tutto ciò che succede da quella prospettiva.

Stiamo trascurando il nostro sposo e su lui carichiamo le nostre aspettative e i nostri tormenti?

Saliamo sulla croce e moriamo a noi stessi. Gesù scenderà e ci aiuterà a rivedere il rapporto secondo i Suoi occhi, e non i nostri.

Averlo chiamato in causa comporta inoltre farsi da parte, per osservare cosa Lui intende fare per noi. E noi dobbiamo solo imparare da Lui. Cosa ci dice Gesù?

* Matteo 22, 36-40: 36“Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?”. 37Gli rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. 39E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”.

Impariamo ad amare lo sposo come Dio ama noi e come noi amiamo Lui. Dio è un esempio per noi nell’amore. Ci ama nonostante tradimenti, imperfezioni, capricci. Lo fa con gioia ed abbondanza. Lo stesso facciamo noi. Amiamo così chi Dio ha scelto per noi. Onoriamo in questo modo il suo comandamento più grande. Quando manchiamo verso il nostro compagno di vita, chiediamo a Gesù di insegnarci di nuovo ad amare. Lui scenderà nel nostro rapporto di coppia, ci indicherà la strada e noi lo seguiremo con la pace nel cuore e la certezza di ubbidire a Lui e ai Suoi più importanti insegnamenti.

*1 Giovanni 2, 7-11: 7Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico, che avete ricevuto fin da principio. Il comandamento antico è la parola che avete udito. 8E tuttavia è un comandamento nuovo quello di cui vi scrivo, il che è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e la vera luce già risplende. 9Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. 10Chi ama suo fratello, dimora nella luce e non v’è in lui occasione di inciampo. 11Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.

Il comandamento che Dio ci dà è antico, ma è nuovo al tempo stesso. Perché? Perché Lui fa nuove tutte le cose, e il nostro rapporto di coppia in Lui ritrova l’antico splendore. Noi lo invochiamo, Lui scende in noi e la comunione si rinnova e splende nella Verità, diradando ulteriormente le tenebre. La vera luce già risplende.

L’ingresso di Dio nella vita a due è nella luce, e non c’è più occasione di inciampo. Amare Dio e il coniuge successivamente sono le due tappe principali per un cammino di Vita e di Verità. Se Dio dimora in noi, a Lui apparteniamo e l’incapacità di amare si dissolve, nonostante le nostre imperfezioni.

*1 Giovanni 2, 15-17: 15Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; 16perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. 17E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!

Amare davvero una persona è amarla in Cristo, e non nel mondo. Tre sono le principali differenze.

Per prima cosa, non si dà più attenzione alla carne. La concupiscenza è vinta, il desiderio è distrutto, annientato, in nome della carità e della gratuità.

Secondariamente, non c’è più concupiscenza degli occhi. Questo perché vediamo in Dio e non nel mondo. E il nostro sposo è unico al mondo, perché è la persona che Dio ha scelto per noi fin dall’eternità. È quindi speciale, ed il resto è solo tentazione, un perdere e uno svilire ciò che è santo e vero.

Per ultimo, scompare la superbia della vita. Ma che cosa significa? Chi ama un uomo in Cristo sa già che lui non è una sua proprietà, che non può nulla su di lui e su di sé. Si arrende a Chi glielo ha donato ed è pronto a ringraziare per ciò che è stato fatto gratuitamente. Chi ama in Cristo ha perso ogni aspettativa di possesso e continua il cammino nel dare, piuttosto che nel ricevere.

Ricordiamoci una cosa: chi fa la volontà di Dio rimane in eterno, perché l’amore viene da Lui e non dal mondo. Questa è la promessa del Signore per quelli che lo amano: l’eternità, frutto di un sì al Suo progetto per noi, per la vita intera.