Guarigione dai ricordi – LA MIA TESTIMONIANZA

  • Cuore di donna palpitante. Dietro si intravede una sagoma di bambina. Sono visibili solo i piedi e le gambe magre.

Essere di Cristo ha permesso a ciascuno di noi di rinascere e di guarire. Dio ci ha strappato dalla tristezza e dal nostro ingombrante passato. Adesso tutto è nuovo, il cuore è guarito e noi siamo in pace. Questo è il miracolo di ricevere Cristo: la Vita in abbondanza, che significa non piangere più, non sentirsi oppressi, ma solo liberi e amati. Cristo può in noi ciò che nessuna medicina, amicizia, figlio potrebbe fare.

Eppure, dietro a quel cuore c’è ancora un ricordo. Quella bimba che si intravede è ancora in noi. È la nostra ferita che a volte riemerge e ci fa ancora stare male. Perché, se Cristo ha reso nuove tutte le cose?

Perché non riesco completamente a dimenticare, ma sono ancora a sanguinare per il mio passato? Perché ripenso a quella bambina? La guardo e vedo che non è affatto infelice, ma spensierata e piena di vita.

Io la penso perché vorrei essere lei. Vorrei ricominciare da quel giorno la mia vita. Vorrei tornare lì, e non fare tutti gli errori che ho fatto. Vorrei avere una nuova possibilità e così ripartire. Vorrei ritornare a scuola, fare le scelte giuste questa volta e non perdere tutto quel tempo che ho sprecato. Vorrei la seconda possibilità, lasciare perdere quella persona, smettere di frequentare quel gruppo di amici, scegliere una strada lavorativa diversa. Vorrei poter cambiare molte delle cose che non posso cambiare. Quegli errori mi hanno ferito il cuore, in un modo tale che ancora oggi non ne sono liberata, e ciò mi fa soffrire.

Non mi importerebbe ripercorrere i dolori causati dalle perdite naturali della mia famiglia. Rifarei per la seconda volta compagnia ai miei nonni all’ospedale, riporterei la mamma a tutte le sue visite, sosterrei di nuovo sorelle e amici in difficoltà. Questo non mi peserebbe.

Ma vorrei (e non posso) lasciare il mio primo ragazzo prima di essere umiliata da lui; vorrei (e non posso) non essermi fidanzata in seguito con un uomo tanto distante da me; vorrei (ma non posso) fare scelte scolastiche diverse per non ritrovarmi senza lavoro, come avviene oggi.

Forse la mia vita sarebbe migliore, forse ora non sarei qui, sola e impaurita, senza sicurezze economiche e con il tempo che passa. Forse tutto sarebbe lo stesso, ma almeno io non mi sentirei così straziata.

Io mi sento straziata, ma non lo sono: il mio cuore è sanissimo, è forte e sicuro come mai. Tutti i miei “vorrei”, quando il risultato c’è lo stesso. Agli occhi di Dio è il risultato che conta. E Dio, questo è il bello, desiderava che io, a trent’anni, fossi proprio così come sono. Lui, che guarda l’interiorità e non le cose del mondo, desiderava trovarmi proprio così come sono oggi. Il lavoro, gli amici, le esperienze sbagliate per Lui non contano nulla. Lui mi voleva a questo punto. E qui mi trova.

Basta guardare quella bambina. Qualsiasi cosa avessi fatto di diverso, non poteva influire per farmi avere di più di quello che ho oggi.

Oggi ho l’amore di Dio, la sua conoscenza personale, i suoi doni e le sue benedizioni, la Verità che mi accompagna, la consapevolezza del bene e del male, una famiglia spirituale e la serenità del cuore.

Dio voleva che a trent’anni avessi questo. E questo c’è. Questo è il centuplo di Dio. Il sovrappiù è nel dono di tutti i giorni, nell’incontro con gli altri, nel sorriso del vicino e nella gioia di chi vede e di chi lo ha incontrato.

Basta guardare il passato, perché tutto è andato per il meglio. Sono proprio nel luogo giusto e sto compiendo l’azione che Dio aveva immaginato per me in questo giorno fin dall’eternità. Adesso so che Dio aveva visto questa scena, che sarebbe avvenuta il 17 dicembre 2010 a casa mia alle ore 18.40. Adesso so che non ho nulla da rimproverarmi. Dio voleva questo da me e io sono qui per Lui.

La bambina è sparita, ora c’è solo il mio cuore e la mia gratitudine. Basta guardare indietro.

Una sola domanda, Padre santo: dove mi vuoi domani?