1“In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. 4E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei”. 6Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.
7Allora Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore.8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati.9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. 11Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. 12Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; 13egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. 14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. 16E ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. (Giovanni 10, 1-16)
Gesù è il pastore; noi siamo le Sue pecore. Non è nostra competenza scegliere il percorso da fare, noi abbiamo solo un compito: seguire! Non c’è nessun avvenimento della nostra vita che sfugga al Signore e tutto concorre al nostro bene, se ci lasciamo guidare. Il salmo 22 parla di pascoli ed acque tranquille, ma anche di valle oscura: gli imprevisti e le prove fanno parte della vita, ma dobbiamo ricordarci che non siamo soli perché il Signore ci conduce. Non se ne sta lontano a guardare, Egli è davanti, cammina e ci spiana la strada.
Gesù ha scelto con cura l’immagine delle pecore, perché altri animali non sarebbero stati più opportuni. Le pecore sono mansuete ma un po’ stolte, facilmente si cacciano in situazioni dannose e pericolose. Le pecore non sono intelligenti, belle o sagge, ma il Pastore le guida perché le ama, e le ama perché sono sue. Tra loro e Gesù c’è un rapporto di amore, cioè di conoscenza, uguale a quello che c’è tra Gesù e il Padre (vv.14-15). Il Buon Pastore non è un semplice guardiano indifferente e meschino, ma una persona disposta a tutto, anche a dare la propria vita, per il bene delle sue pecore. Lui sa che sono limitate, che tendono a perdersi, che cadono nei rovi: proprio per questo le conduce! Sa che da sole non potrebbero andare avanti. Tuttavia, non le ama di meno quando si perdono, quando si feriscono o deviano.