L’AMORE E IL SENSO DI PERFEZIONE

Guardiamo il nostro sposo e pensiamo: “è proprio nel mio cuore! Tutto di me è attirato verso di lui: le sue mani, il suo sorriso, la serenità che trasmette… Tutte queste cose lo rendono speciale ai miei occhi.”

Sì, lo sposo è unico al mondo, perché Dio lo ha scelto per noi e, ogni giorno sempre di più, noi capiamo il perché.

Eppure non è un essere perfetto. A volte è distratto, non ricorda appuntamenti importanti, non ha alcune delicatezze, non risponde alle nostre aspettative. Vorremmo uno sposo più presente, più partecipe ai nostri problemi, vorremmo che rispondesse perfettamente ai nostri desideri. Se facciamo un cammino di preghiera, desidereremmo che il nostro sposo prendesse in mano l’autorità della famiglia in modo netto, ufficiale, radicale. Vorremmo vederlo pregare insieme a noi, vorremmo che lui ci incitasse e precedesse nel cammino con Gesù, vorremmo insomma che fosse più avanti di noi nella fede e nelle scelte compiute. Non ci basta – talvolta – sapere nel nostro cuore che ha santo timore di Dio, che si è unito a noi consapevole che ciò rientrasse nel progetto eterno divino, che ci ama anche per la nostra fede e il nostro amore per Dio. A volte ciò non è sufficiente.

Dietro a queste piccole imperfezioni si nasconde un grande pericolo: il non riuscire più ad amare. Pensiamo a Dio con l’uomo: ci ama perché nella fede siamo perfetti e santi? Ci ama forse perché non manchiamo mai nei Suoi confronti? Siamo noi senza macchia di fronte a Lui? No di certo. Noi siamo amati da Lui perché dietro la nostra faccia si cela il sangue di Suo Figlio.

Guardiamo il nostro sposo: chi si nasconde dietro il suo splendido volto? Nostro Signore. Noi amiamo Gesù in lui, come Dio ama noi in Gesù. Questa è la somma benedizione. Noi abbiamo accanto l’uomo che Dio ha progettato per noi. E avremmo l’ardire di notarne le mancanze?

Camminare nella via dorata con il compagno di vita mano nella mano non significa avere con Dio un rapporto identico. Dio si rivela in modo personale a ciascuno dei due, e la crescita è graduale e non per forza coincidente. Dio conosce i tempi dell’uno e dell’altro, e non è detto che sia lo sposo ad essere più attivo in Lui rispetto alla sposa. Ciò è un male? No. Nella sottomissione della sposa, nella sua continua preghiera, nelle scelte di ogni giorno lo sposo continuerà a camminare.

Ciò che a volte ci sembra un limite non lo è affatto. Anzi, piuttosto, esso mette in evidenza una nostra mancanza: vorremmo amare di più chi abbiamo accanto, vedendo ciò che a noi piace. Non è così che vanno le cose. E il Signore ci fa rimanere umili, ci fa volare in basso e ci fa capire sempre di più un concetto fondamentale: è Lui che chiama e converte, ogni giorno e secondo i Suoi piani, non i nostri. Se noi amiamo Dio, ameremo anche lo sposo, e lui maturerà nella fede secondo i tempi del Signore.

Amiamo lo sposo per quello che è, non per quello che vorremmo che fosse. Il nostro sia un amore a una persona reale. Se Dio ce l’ha donata così, così è perfetta per noi. Siamo umili e pensiamo: ma noi siamo perfette con il nostro compagno di vita? Sicuramente no.

Invochiamo il Dio della pace e della concordia nella coppia, e tutte le reciproche mancanza saranno dissolte dal Suo amore.

* 1 Pietro 4, 8: 8Soprattutto conservate tra voi una grande carità, perché la carità copre una moltitudine di peccati.