Pecore del gregge del Signore

11Perché dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura. 12Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. 13Le ritirerò dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d’Israele, nelle valli e in tutte le praterie della regione. 14Le condurrò in ottime pasture e il loro ovile sarà sui monti alti d’Israele; là riposeranno in un buon ovile e avranno rigogliosi pascoli sui monti d’Israele. 15Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. 16Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia. (Ezechiele 34, 11-16)

Apparteniamo al gregge del Signore, non perché ci siamo aggregati di nostra iniziativa, né perché ci siamo distinti per i nostri meriti, ma solo perché siamo stati comprati a caro prezzo (1 Cor 6,20). Siamo stati voluti e scelti da Dio, non perché siamo i migliori fra gli altri, ma proprio perché siamo i più bisognosi.

31Gesù rispose: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; 32io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi”. (Luca 5, 31-32)

Forse per noi uomini d’oggi è arduo capire cosa lega un pastore alle sue pecore, perchè questo mestiere non fa parte della nostra quotidianità. Facciamo fatica a comprendere perché Gesù ci ami così tanto e soprattutto perché sia disposto a tutto pur di averci con sé. Noi spesso seguiamo la logica perversa del “chi si ferma è perduto”, ma il Signore non ragiona così!

Il rapporto che ognuno di noi ha col Signore è unico, ma non siamo soli sulla faccia della terra. Anzi, proprio perché apparteniamo a Dio, facciamo parte di un gruppo, il Suo gregge. Se una pecora si rifiuta di seguire il Pastore, non danneggia solo se stessa ma tutto il gregge. Blocca o rallenta il suo cammino e quello degli altri, soprattutto in quei momenti del percorso che sono duri, in cui si procede tutti in fila. Se una pecora va troppo piano o si impunta, finisce per interporre troppa distanza tra essa e chi la precede,  creando così un “tappo”. Le pecore che sono avanti devono fermarsi per aspettare, mentre quelle che stanno dietro premono per avanzare!

13Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. (Matteo 23, 13)

Anche nel caso in cui una pecora si perde o devia dal percorso, le conseguenze ricadono su tutto il gregge, perché il Pastore deve andarla a cercare lasciando tutte le altre ad attendere.

Quando si è in un gruppo, le nostre azioni influenzano tutti i membri, che ce ne rendiamo conto oppure no. La pecora che si impunta o si perde blocca tutti! Rifiutando di affidarsi a Chi la ama di amore eterno, essa impedisce al Signore di portare avanti il Suo disegno su di lei e sul gregge intero.

12Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? 13Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. 14Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli. (Matteo 18, 12-14)