Perché avvengono imprevisti?

Ma cosa è poi un imprevisto? Un caso? Una colpa?

L’imprevisto non è mai un caso. Non può essere una distrazione del Padre celeste, né una Sua leggerezza. Talvolta può dipendere da una nostra ingenuità, ma nulla sfugge a nostro Signore.

Gli imprevisti sono delle vere e proprie prese di posizione di nostro Padre, che vuole correggere, mostrare, indicare, far parlare. Essi si riconoscono dai frutti. Quali sono?

Il più importante è uno: ammettere a noi stessi che il Signore è il solo e unico padrone della nostra vita.

Spesso desideriamo fare una cosa: uscire con gli amici, venire a un incontro di preghiera, passare una serata in compagnia. Questi sono innocenti desideri, che non nascondono certo nessuna colpa, ma a volte non sono realizzabili per via di un imprevisto.

Più noi desideriamo una cosa, più finiamo diritti diritti verso un benedetto imprevisto. A cosa ci serve?

A capire una grande verità: non apparteniamo più a noi stessi, ma la nostra è una vita di sottomissione a Dio.

Nulla di ciò che non avviene è decisivo, e noi non siamo indispensabili a niente. Ecco perché la nostra è spesso una missione di silenzio.

Pensiamo alla madre di Gesù: quante volte la sentiamo parlare nel Vangelo? Pochissime. È Maria una donna passiva? Di poco carattere? Solitaria o di poca compagnia? Niente affatto. Maria è semplicemente sottomessa a suo Figlio e vive la sua missione personale nel silenzio e nell’attesa. Perché? Perché non è sua la potenza, non è suo il sì decisivo, non è sua la volontà da tutelare. Maria è in silenzio perché riconosce la sua dipendenza da Dio.

Fratelli cari: spesso noi pensiamo alla nostra missione nel mondo come un parlare del Signore agli altri. A volte, invece, questo non sarà il gesto opportuno da fare. Lo sarà il silenzio, che non ci renderà operatori di iniquità, ma imperfetti aiutanti del santo volere di Dio.

Gli imprevisti del Signore non sono fatalità e servono a questo.

Con la preghiera mattutina, Dio arriverà lo stesso al cuore di quella persona. L’assalto del nemico che ci blocca in un posto verrà comunque fermato. Ciò che il Signore permette è sempre per un bene più grande per coloro che amano. E in questo caso due sono i frutti visibili: la nostra ammissione ad aderire al progetto di Dio per noi e la benedizione per chi non vediamo da parte del Padre.

Chi ama il Signore lo serve in silenzio, senza tanti protagonismi. Gesù stesso non parla di Sé, ma del Padre suo. Anche noi possiamo farlo, nel nostro silenzio e nella nostra fedeltà al Suo volere in noi. Più noi ci faremo piccoli, più Dio vivrà in noi.