Sonno dello spirito

32Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: “Sedetevi qui, mentre io prego”. 33Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. 34Gesù disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate”. 35Poi, andato un po’ innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell’ora.36E diceva: “Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu”. 37Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: “Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un’ora sola? 38Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole”. 39Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole. 40Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli.

41Venne la terza volta e disse loro: “Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. 42Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino“.  (Marco 14, 32-42)

Gesù è nel fitto buio della prova e i suoi amici più intimi dormono: questo ci colpisce e ci dà fastidio perché leggiamo disinteresse da parte loro. Tra essi c’è anche lo spavaldo Pietro; poco prima ha con foga ripetuto che non rinnegherà mai Gesù e che non ne rimarrà mai scandalizzato (Marco 14, 27-31). Gesù prega insistentemente e chiede loro di fare altrettanto. Non dice di pregare per Lui, ma per se stessi, per non entrare in tentazione.

Pietro e gli altri conoscono bene Gesù: sono stati con Lui ogni giorno seguendolo per tre anni. Hanno visto miracoli e prodigi, sono stati istruiti dalla Sua parola; hanno avuto rivelazioni e sono stati inviati a cacciare i demoni e a guarire. Adesso è l’ultima ora di Gesù, e i discepoli sono da poco usciti dalla stanza in cui è stata celebrata la prima Eucarestia: si sono cibati del corpo e del sangue del Signore. Eppure, tutte queste esperienze non sono sufficienti ad impedire che Pietro e gli altri cadano miseramente, dimenticandosi del loro amato Maestro. Se avessero pregato e vegliato, invece di dormire, sarebbe cambiato qualcosa? Sicuramente la prova non sarebbe stata loro risparmiata, ma forse non sarebbero fuggiti … forse Pietro non avrebbe rinnegato il suo Maestro?

I “se” non devono condizionarci, ma far riflettere: è possibile vivere a stretto contatto con Gesù, vedere i Suoi miracoli e poi scivolare lentamente nell’apatia dell’abitudine?

2Svegliati e rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire, perché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. 3Ricorda dunque come hai accolto la parola, osservala e ravvediti, perché se non sarai vigilante, verrò come un ladro senza che tu sappia in quale ora io verrò da te. (Apocalisse 3, 2-3)