Temere Dio anziché gli uomini

74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: “Non conosco quell’uomo!”. E subito un gallo cantò.75E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: “Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte”. E uscito all’aperto, pianse amaramente. (Matteo 26, 74-75)

Il rinnegamento di Pietro è forse più doloroso del tradimento di Giuda, perché implica un rifiuto totale della persona di Gesù. Si può rimanere male di fronte ad un falso amico, che ci è stato vicino solo per interesse e che non ci ha conosciuto veramente, ma subire il rinnegamento di un amico sincero è cosa ben più amara… come il pianto di Pietro.

La fragilità di Pietro, che l’ha portato a rinnegare il suo Maestro, può albergare anche nel cuore di ognuno di noi. Non è un problema di amore, perché è ovvio che Pietro amava molto Gesù, benché in modo carnale. L’apostolo è arrivato al punto di rinnegare il Signore perché mancava del timore di Dio! Pietro, infatti, temeva gli uomini, il loro giudizio e le loro azioni, perché era ancora preoccupato di salvare se stesso.

25Il temere gli uomini pone in una trappola;
ma chi confida nel Signore è al sicuro.
(Proverbi 29, 25)

Chi teme il Signore non cerca altro se non piacerGli, ritiene importante solo il Suo giudizio, non pensa a salvarsi la pelle perché confida in Lui e quindi è pronto anche a dare la propria vita.

Il timore di Dio ci consente di avere la giusta disposizione per instaurare un rapporto confidente con il Signore, tramite la riverenza ed il riguardo che Gli è dovuto. Il rispetto è la base di ogni relazione, a maggior ragione esso va dato a Dio.

Spesso pensiamo al rispetto come ad un atteggiamento formale verso qualcuno con cui non siamo in confidenza; ma il rispetto è dovuto sempre e a chiunque, anche e soprattutto a coloro che ci sono più vicini. Il rispetto non limita l’amore o l’intimità, anzi li rafforza. Pensiamo a marito e moglie: se dicono di amarsi ma non si rispettano, contraddicono quello che affermano. Al contrario, se si rispettano, rafforzano il loro amore.

La stessa cosa vale nel nostro rapporto con Dio: non ha senso dire di amarLo se poi non Lo si rispetta e non Lo si onora come si deve. Non è solo una questione di non bestemmiare e non profanare le chiese: rispettare ed onorare il Signore significa, prima di tutto, obbedirGli. Noi siamo la Sposa di Cristo, e Lo onoriamo con la nostra sottomissione ed obbedienza. E’ così che mostriamo, a Dio e al mondo, il nostro amore.

Chi teme il Signore, Lo rispetta nel modo più profondo, trema alla Sua parola ed obbedisce, perché è consapevole della Sua grandezza. Al tempo stesso, sa che l’Amore di Dio colma la distanza che separa il Creatore dalla creatura, e perciò apprezza l’immensa bontà di un Dio che si china verso un essere piccolo e limitato!